GROSSETO – Monica Pagni è stata confermata dal congresso provinciale per un secondo mandato segretaria generale della Funzione pubblica. Eletto anche il direttivo provinciale composto da 40 membri, composta in maggioranza da donne e da otto giovani under 35. 100 le assemblee congressuali alle quali hanno partecipato i 2.317 iscritti alla FP Cgil.
«Delegittimare il lavoro pubblico – ha sottolineato Pagni – è un fenomeno pericoloso: intanto perché la pubblica amministrazione tutela generalmente i più deboli e in un territorio vasto e spopolato come il nostro garantisce servizi essenziali, senza i quali le piccole e medie comunità sarebbero destinate alla marginalità. Va poi sfatato un mito: nonostante il blocco di turn over, contratti nazionali e decentrati, tagli di salario e licenziamenti nell’indotto privato, la spesa pubblica totale è cresciuta fino a quasi 800 mld di euro.
La perdita media di salario dei dipendenti pubblici dal 2009 a oggi supera i 3000 euro/anno, con una perdita secca ai fini pensionistici. La spesa pubblica fuori controllo non dipende quindi dalle retribuzioni del personale, e l’Italia è ormai uno dei paesi più virtuosi nel rapporto cittadini/dipendenti pubblici. Sostenere il contrario, significa sottovalutare l’impatto che questa riduzione di ricchezza ha sulle nostre comunità con una perdita di reddito che si riflette sui consumi, impoverendo nel complesso l’economia. Rapportando questi dati alla nostra dimensione locale aiuta a capire: basta considerare che nel nostro comune capoluogo il lavoro pubblico rappresenta oggi il 35% del Pil. Considerato che dal 2001 al 2011 i dipendenti pubblici e di aziende che erogano servizi pubblici in provincia di Grosseto sono scesi da 6.269 a 5.554, oltre 700 in meno, si comprende bene cosa ciò significhi in termini di volumi economici per il nostro territorio. Un altro mito da sfatare è che la spesa per il personale in Italia sia superiore al resto d’Europa: i redditi del pubblico impiego rappresentano in Italia il 10,6% del Pil nazionale, a fronte di una media europea del 10,7%, con la Francia al 13,2% e il Regno Unito al 10,8».
«Ciò detto – ha concluso Pagni – è chiaro che la funzione pubblica della Cgil s’impegnerà sempre di più per il rinnovo dei contratti, la ripresa delle assunzioni per garantire i servizi e la riforma della Pa con l’apporto dei lavoratori. Puntando sulla contrattazione non limitandosi a quella salariale e normativa, ma affiancandola a quella di natura sociale, perché il tema dei servizi pubblici, delle tariffe e delle tasse locali è determinante per la tenuta della qualità della vita delle persone. Ed il rischio che tutti quanti abbiamo di fronte è quello della progressiva scomparsa del ceto medio, che è determinante per il sostegno dei consumi interni e quindi per la tenuta del sistema economico nel suo complesso».
A questo proposito, la riconfermata segretaria della Funzione pubblica ha toccato due questioni di attualità. «Il sindacato agisce tenendo conto del contesto generale – ha sottolineato Pagni – Per questo nel contenzioso sull’inquadramento contrattuale dei dipendenti di Sei Toscana siamo rimasti al tavolo della trattativa fino al 31 marzo. Potremmo attendere anche fino a metà aprile, ma non oltre; perché è chiaro che per noi i sindaci non potranno arrivare alle elezioni di primavera senza assunere impegni precisi con i lavoratori. Se ciò non accadesse, infatti, ne trarremmo le conseguenze immediatamente».
Un accenno finale è stato poi fatto rispetto al clima che c’è fra i 3.000 dipendenti della Asl 9. «Il direttore generale Mariotti – ha spiegato Pagni – ha riconosciuto che i radicali cambiamenti organizzativi insieme a blocco del turn over e taglio dei salari hanno sottoposto il personale a un tour de force che si protrae da anni, e che è giunto il momento di lavorare sul clima interno e sul coinvolgimento del personale nelle scelte. Apprezziamo questo cambio di prospettiva, ma ricordiamo che diciamo queste cose da almeno due anni, e che vogliamo vedere risultati concreti sin da subito. Motivo per cui dai prossimi giorni vogliamo dare gambe a tavoli di contrattazione e concertazione per recuperare il tempo perso».