GROSSETO – Il caso delle due agenti della Polizia Municipale aggredite da una donna, fermata dopo un controllo effettuato con il telelaser sulla Senese, impone una seria riflessione sul tema della sicurezza in cui gli operatori di vigilanza operano. La donna fermata dalla pattuglia dei vigili urbani, ha infatti dato in escandescenza e con la forza si è ripresa i documenti prima di fuggire, mentre le agenti della Municipale sono finite in pronto soccorso con lesioni giudicate guaribili in 7 e 10 giorni. E’ il sindacato della Uilfpl a tornare sulla vicenda: «A prima vista, l’impressione che emerge è che poteva andare peggio, perché se al posto dell’automobilista esagitata, ci fosse stato un malvivente, senza scrupoli per la vita altrui, le due donne della Municipale forse sarebbero incorse in traumi ben più gravi e dalle più tragiche conseguenze».
«Scongiurato il peggio dobbiamo porci il problema delle tutele necessarie agli “ausiliari” di pubblica sicurezza, funzione svolta dalla Polizia Comunale a livello istituzionale – precisa il segretario organizzativo della Uilfpl Sergio Sacchetti -. Per operare come “ausiliari” di pubblica sicurezza, in funzioni svolte da principalmente da Polizia Stradale e Carabinieri bisogna distinguere tre aspetti fondamentali: una adeguata formazione e preparazione. Polizia e Carabinieri effettuano, da fonti acquisite, corsi di formazione che vanno da sei mesi ad un anno, per prevenire, gestire e controllare, anche fisicamente, episodi “fuorvianti” come quello accaduto l’altro giorno alla pattuglia della Polizia Municipale del Comune di Grosseto. Nella fattispecie, non ci risulta che il personale venga preparato con una formazione di questa portata. Occorre poi un adeguato equipaggiamento. Quando ci sono posti di blocco, vediamo, per esempio, i Carabinieri, dotati di giubbotto antiproiettile e un mitra, con evidente scopo di doppia tutela, sia personale diretta, che di risposta ad un possibile attacco. Con quale equipaggiamento viene messa in condizione di operare la Polizia Municipale del Comune di Grosseto? Infine è opportuno riflettere sull’adeguata copertura previdenziale e/o pensionistica. Da quanto ci risulta, gli operatori di Polizia Municipale, non sono assicurati ai fini pensionistici per le funzioni svolte come “ausiliari” di pubblica sicurezza. Eppure si può incorrere in gravi incidenti invalidanti e perfino nel decesso, come accaduto ultimamente a un vigile nel Comune di Milano, senza che si abbia il diritto alla pensione».
«Crediamo che si debba fare qualcosa di concreto ed immediato sui punti sopra enunciati – conclude Sacchetti -, perché altrimenti, anzichè far svolgere al proprio personale di vigilanza funzioni istituzionali di competenza così delicata, potrebbe sembrare che lo stesso venga mandato allo sbaraglio».