GROSSETO – Mercoledì 26 febbraio alle ore 10.00 nella Sala Mirto Marraccini della Banca della Maremma in Corso Carducci 14 a Grosseto la professoressa Marcella Natucci Marraccini terrà una conferenza su Ettore Socci. “Patriota indomito, coraggioso combattente a fianco di Garibaldi, convinto repubblicano democratico, integerrimo deputato per la Maremma gratificata dalla sua continua attenzione”
«Siamo onorati per la lezione che la professoressa Natucci Marraccini terrà presso la nostra sede – affermano dalla Banca della maremma -. E’ stata la ‘compagna di vita’ di Mirto Marraccini, fondatore e primo presidente della Cassa Rurale ed Artigiana di Marina di Grosseto, e testimone della nascita del nostro Istituto».
Dal libro scritto da Marina Natucci, “Da Marina a San Rocco” in cui ricorda la nascita della Cassa Rurale e Artigiana di Marina di Grosseto: “«Ma una banca può nascere anche così?»
Chiesi incredula a mio marito quando, trent’anni fa, mi parlò dell’intenzione sua e di alcune altre persone di istituire una Cassa Rurale a Marina di Grosseto.
Si erano riuniti, un giovane medico di belle speranze ma di poche risorse economiche, e altri di buona volontà e scarso patrimonio: piccoli proprietari terrieri, artigiani, operai.
In tutti i mitici films americani che avevo visto, l’idea di una banca era associata a edifici lussuosi dai grandi colonnati pseudo-classici, con nomi prestigiosi, banchieri in cilindro e Rolls-Royce all’ingresso.
«E la sede?», continuai.
«C’è una stanza in via XXIV Maggio, è in una buona posizione sul viale a mare….., era libera e l’abbiamo presa in affitto a buon prezzo», rispose mio marito. Capii che ormai era tutto già fatto. Dopo un momento di imbarazzo proseguì: «Io sarò il presidente…».
«Tu?! Ma se al di fuori della medicina e della caccia non ti intendi di niente! E poi sei sempre stato estraneo a questioni pratiche ».
In quella nebbia di progetti inaspettati mi balenò un lampo nel cervello e domandai: «Ma se c’è uno sbaglio, se va male qualcosa, chi ci rimette?»
Dal momento che da una beata e incosciente situazione di studentessa ero passata a dirigere una famiglia che tentava di farcela da sé, ed ero diventata anche «pratica», insistei nella domanda: «Allora dimmi! Chi ci rimette?» Si era arrivati al punto che mio marito temeva e confusamente disse: «Sai, è una carica onoraria, certo la firma è mia Ma in caso di necessità tutti gli azionisti dovranno rispondere….»”