a cura di Giulia Carri
BRUXELLES – Samuele Fischetti, Grossetano, vive e insegna lingua inglese a Bruxelles, Belgio.
Questa è la tua prima esperienza lavorativa all’estero?
“No, negli ultimi anni mi sono spostato parecchio… Ho lavorato in Italia, a Grosseto fino alla fine del 2010. Lavoravo nell’ufficio Comunità Europea del comune di Grosseto, Europe Direct Maremma. Quando il contratto è scaduto – non è stato rinnovato – ho pensato di fare un’esperienza lavorativa all’estero”.
Dove hai trovato lavoro?
“In Spagna. Sono laureato a Siena in relazioni internazionali e specializzato in cooperazione e sviluppo. Inoltre ho sempre operato nel mondo del volontariato quindi cercavo qualcosa di attinente alla mia formazione. A Settembre 2011 ho vinto un progetto di formazione Leonardo e sono partito per fare uno stage come Assistant Project Manager presso l’organizzazione umanitaria Save the Children a Siviglia. E’ stata un’esperienza di tre mesi, molto bella e professionalmente formativa. Finito lo stage ho viaggiato un po’ per la Spagna, e mi sono stabilito nelle Asturie a Gijòn. Per un po’ ho insegnato Italiano in una scuola privata – le lingue sono sempre state una mia passione – e contemporaneamente ho fatto praticantato in cooperazione internazionale presso lo studio di un avvocato specializzato in diritto dei migranti”.
Quanto sei rimasto là?
“Un anno, poi sono dovuto tornare in Italia per motivi personali e sono rientrato per qualche mese. Una volta sistemate le cose e aver lavorato un po’ in Maremma, desideravo ancora lavorare all’estero e mi sono messo su internet per cercare lavoro in Europa”.
Perché hai scelto Bruxelles?
“Perché già la conoscevo, c’ero stato per dei corsi di formazione negli anni passati e mi è piaciuta molto. Ho mandato vari curricola come insegnante di italiano e poi ho cominciato a mandarne come insegnante di lingua inglese, dato che già lo avevo fatto in Italia lavorando in vari progetti. Alla fine mi hanno chiamato proprio per l’insegnamento dell’inglese! Ad agosto 2012 ho ricevuto una chiamata da una scuola privata di lingue, cercava un insegnante che avesse esperienza con gli adolescenti in attività educative e ludiche. Ho fatto un colloquio su Skype in cui è nata da subito una bella affinità e dove hanno apprezzato e valutato la mia esperienza come educatore. Io ero perfetto per quello che cercavano, quindi a Settembre sono stato assunto e sono partito”.
Sono passati quasi due anni, come ti trovi?
“Per quanto riguarda il lavoro bene. Insegno tutti i giorni, ho diverse classi. Studio seriamente il Francese..! Lavoro part time, sono soddisfatto della qualità della mia vita. E’ triste dirlo, ma con lo stesso lavoro in Italia essere indipendente non sarebbe stato possibile”.
Ti piace vivere lì?
“Si, Bruxelles è una città molto piacevole. Quando sono arrivato pensavo di dovermi abituare ad una metropoli Europea, invece è una città internazionale a dimensione uomo, culturalmente ricca e super organizzata.”
Beh, direi che non è affatto male..!
“No infatti, anche se mi sono scoperto un po’ italiano medio qua e la mancanza del sole e del nostro bel tempo a volte la sento… Però quest’anno non mi lamento perché è un inverno meno gelido e nevoso dello scorso!”
Sei soddisfatto della tua vita sociale?
“Sì, non è difficile fare amicizia. E’ un’altra velocità di socializzazione rispetto all’Italia e alla Spagna ovviamente, ma i Belgi, soprattutto quelli francofoni sono piuttosto aperti e accoglienti. Il fatto che sia una città così ricca di cose da fare, dove puoi coltivare qualunque interesse, aiuta molto a conoscere persone e creare connessioni. Anche il sistema qua facilita la socializzazione. Il Belgio è un paese non troppo grande, si può viaggiare facilmente. Nel fine settimana i trasporti costano – per tutti – la metà… Questa piccola e ragionevole cosa crea una mobilità e una ricchezza di vita incredibili. Dai la possibilità a molte più persone di viaggiare e utilizzare i treni invece delle auto. E poi Bruxelles è in una posizione centrale da cui raggiungi facilmente il resto dell’Europa.”
Parlando di Maremma invece, cosa mi dici?
“Io sono un esterofilo che ama tantissimo la sua terra. Grosseto è la mia città e ci ho vissuto molto bene. La mia famiglia, come molti dei miei più cari amici sono lì e ogni volta che ne ho la possibilità torno. Ho solo bei ricordi di Grosseto, fino a quando ho iniziato a lavorare per le sue amministrazioni, purtroppo. Quello che ho capito, e che mi dispiace, è che ci sarebbero i mezzi fare per qualcosa di più e di migliore, ma a volte non si utilizzano perché non c’è interesse ad innovarsi. L’esperienza dell’ufficio europeo al Comune di Grosseto per me è stata lampante di questa mancanza di sensibilità e interesse da parte delle amministrazioni. I contratti sono scaduti, non c’è stata la volontà di rinnovarli e dopo poco l’ufficio è stato chiuso. Europe Direct è un progetto della comunità europea di informazione e connessione dei cittadini, soprattutto i giovani, con L’Europa, le sue politiche e possibilità di accesso e lavoro. In tutta Italia ci sono solo 50 uffici. Grosseto nel 1993 fu un pioniere in questo progetto. Ovviamente la Comunità Europea vede nel non rinnovo di contratti un’involuzione per il progetto, quindi dopo un po’ smette di finanziarti. Se non investi nell’ impiego e nelle risorse umane perché dovrebbe darti i soldi…? E’ stato un peccato perché il progetto era molto valido.”
A parità di condizioni torneresti?
“Per lavoro ancora no. L’Italia è sempre in una forte crisi a livello lavorativo. Anche qua c’è una grande mobilità nell’impiego, ma il sistema è più dinamico e meritocratico. Rimanere senza lavoro in Italia in questo momento mi spaventa di più che se dovesse accadere qua. Tornerei per l’aspetto emotivo invece. Per passione e credo, ho sempre fatto volontariato in varie realtà, quello spirito e le persone con cui ho condiviso tante esperienze negli anni, mi mancano molto.”