GROSSETO – Arresti domiciliari o una qualunque misura cautelare che non sia il carcere. È quel che chiedono gli avvocatìi Francesca Carnicelli e Alessandro Bartolozzi per Antonino Bilella, l’uomo in carcere a Grosseto con l’accusa di aver ucciso Francesca Benetti nella sua casa di Potassa, nel comune di Gavorrano. «Questa mattina – affermano gli avvocati – abbiamo provveduto a depositare atto di appello contro l’ordinanza con la quale veniva respinta la richiesta di sostituzione della misura della custodia cautelare in carcere. A nostro parere, le esigenze che poterono giustificare l’adozione della misura cautelare si sono affievolite consentendo l’adozione di una misura meno afflittiva».
Sempre secondo la difesa il quadro indiziario a carico di Bilella è «profondamente mutato ed in particolare con riferimento agli esiti della relazione dei RIS depositata l’11 gennaio 2014 ed integrata il 3 febbraio 2014. È certo che il materiale genetico ritrovato all’interno dell’autovettura della donna scomparsa così come alcune tracce ematiche rinvenute nella cucina ed all’interno del sifone del bagno siano costituite dall’apporto di DNA di Francesca Benetti e di un soggetto maschile diverso da Antonino Bilella, con ciò contraddicendo le dichiarazioni rese dalla Procura della Repubblica ed apparse sugli organi di stampa il 25 gennaio 2014».