di Barbara Farnetani
GROSSETO – Cinque autobus e molte auto, 5 mila presenze da tutta Italia, quasi 500 da Grosseto. La piccola e media impresa si mobilita per chiedere al Governo una svolta nelle politiche economiche del paese. Proprio per fare questo i piccoli imprenditorie e le associazioni di categoria che li rappresentano parteciperanno ad una grande manifestazione indetta per il 18 febbraio a Roma “Senza impresa non c’è Italia – recita lo slogan – riprendiamoci il futuro”. «Le nostre richieste – afferma Michela Hublitz presidente provinciale di Rete imprese Italia – riguardano la pressione fiscale che arriva al 65,8%. secondo la Banca mondiale siamo 16esimi nel mondo ma primi tra i paesi avanzati, seguono Francia, Spagna, Germania (al 16%) e Regno Unito. Questo rende anche bene l’idea della maggior competititvità ad esempio di un paese come la Germania. L’altro punto è la troppa burocrazia, per cui serve una semplificazione del sistema, infine il credito, che le banche continuano a non fare. Gli istituti di credito si fanno prestare i soldi dalla Bce all’1% e poi utilizzano questi soldi per raccogliere titoli del debito pubblico invece che destinarli alle piccole medie imprese. Servirebbe, da parte della Bce, un vincolo di destinazione».
Drammatico il quadro che viene tratteggiato: la disoccupazione è più che raddoppiata, a Grosseto c’è una richiesta prestiti del 15% in meno rispetto al resto della Toscana; delle 29 mila imprese in provincia di Grosseto, 1.643 sono quelle nuove, mentre 1890 sono quelle che hanno cessato, con un saldo più che negativo. Tra queste 5.632 occupano il ramo commerciale (269 nuove 427 cessate) 2.493 settore ristorazione (100 nuove iscrizioni 180 cessazioni), 6.034 l’artigianato (387 iscrizioni 535 cessazioni). Il pomeriggio del 18 i manifestanti dovrebbero anche essere ricevuti dal Presidente del Consiglio, chiunque lui sia in quel momento).
«È molto alta anche la percentuali dei giovani disoccupati – ricorda Gloria Faragli direttore Rete imprese Italia – siamo secondi solo a Grecia e Bulgaria. Servono riforme. La mancata applicazione di strumenti, come quello che valuta l’impatto delle imposte rispetto alle dimensioni delle imprese». «Senza imprese non c’è Italia – precisa Mauro Ciani segretario Confartigianato – dal dopoguerra questa è la prima manifestazione di queste dimensioni fatta dalla piccola e media impresa in maniera unitaria. Si mette in discussione un sistema produttivo: una città senza artigiani e commercianti non può esistere». «Portiamo in piazza una esigenza di modernizzazione del paese – ha affermato Renzo Alessandri direttore Cna – l’Inps ha un patrimonio immobiliare di 3 miliardi e perde ogni anno 300 milioni, un chilometro di tav da noi costa 61 milioni, in Giappone nove, in Germania dieci. Questo è un paese che declina tutto al futuro e invece servono provvedimenti ora».
«Bisogna semplificare questo Stato – precisa Paolo Coli, direttore Ascom Confcommercio – se si tassa almeno si semplifichi il lavoro delle aziende. Se in un paese chiude un alimentari, nessuno se ne accorge, non è la Fiat, ma questo cambia la vita di una intera comunità».