di Lorenzo Falconi
GROSSETO – La mancata vendita delle Farmacie Comunali Riunite di Grosseto, pone ancora una volta l’attenzione sulla questione. Tra atti di forza dell’amministrazione comunale, referendum invocati da Sel e M5S, ricorsi al Tar e aste andate deserte, la parola passa ai dipendenti che prendono posizione riguardo all’attuale situazione dell’azienda. L’intervento è riferito soprattutto alle parole del sindaco Bonifazi, pronunciate all’indomani del nulla di fatto sulla procedura di vendita delle farmacie. «Per stessa affermazione del primo cittadino, prendiamo atto che negli anni le farmacie sono state gestite male – osservano i dipendenti -. Condividiamo pienamente questo tipo di dichiarazione e teniamo a ricordare come, più di una volta, tale evidenza sia stata sottolineata, sia agli attuali amministratori che ai precedenti. Ci auguriamo che questa constatazione non sia avvenuta troppo tardi e possa rappresentare il punto di partenza serio per un confronto sugli argomenti citati dal sindaco stesso».
Alla base del confronto, quindi, ci sarebbero il centro unico per gli acquisti, l’eccessivo utilizzo dei contratti a tempo determinato, l’organizzazione del lavoro e dell’orario, lo sviluppo dei servizi. Tutte cose che i dipendenti ritengono «indispensabili e dalle quali una farmacia moderna non può prescindere. Se ne parla da anni – aggiungono -, ma puntualmente sopraggiunge sempre un nulla di fatto».
«L’amministrazione comunale si sarà resa conto che non è il momento di vendere? Avrà la forza di imporre al socio privato le sue scelte? Avrà la forza di fare scelte coraggiose e innovative per rinnovare i vertici?». Interrogativi leciti da parte dei dipendenti che concludono: «Noi, come ormai da anni, attendiamo».