ORBETELLO – «Dubbi sulla sostenibilità economica dell’Autostrada tirrenica» li esprimono Valentino Bisconti (nella foto) e Tiziano Baldanzi, consiglieri provinciali di Sel. «Abbiamo anche dei dubbi sul fatto che SAT possa permettersi un intervento che grava per oltre 2 miliardi sulle casse di una società che potrebbe presentare al suo interno alcuni partner in difficoltà. Tra pochi giorni (forse il 12 febbraio) l’assemblea degli azionisti di SAT potrebbe essere convocata proprio per la necessità urgente di deliberare un aumento di capitale di qualche centinaia di milioni di euro per coprire alcune operazioni nel tratto laziale e forse per far rientrare i soggetti che fino ad oggi hanno messo le risorse, uno di questi potrebbe essere Autostrade Per l’Italia (Benetton). Operazione che gli osservatori finanziari potrebbero vedere di difficile attuazione in quanto, come noto, alcuni soci, ad esempio le Cooperative (Holcoa), potrebbero avere difficoltà finanziarie suscitando negli altri azionisti non pochi problemi».
«Considerando inoltre che l’autostrada non finirebbe a Tarquinia, ci sarebbero ancora da costruire tutti i lotti toscani e la SAT dovrebbe tirar fuori circa due miliardi di euro – prosegue Sel -. È nelle condizioni di farlo? Conviene ad esempio, a MPS e BENETTON andare avanti nei confronti di un’infrastruttura non più accettata dal territorio e con elevati elementi di dubbio sulla proficuità dell’opera stante ad esempio il livello di traffico talmente basso da non coprire le spese? Alla luce di tutto ciò un ruolo centrale lo ha comunque la Regione Toscana che deve confermare o meno la propria posizione e dovrebbe dire come intende andare avanti evitando di fare melina nell’attesa delle prossime elezioni amministrative».
«Tutti la vedono dura a reperire 2 miliardi di euro; tutti vedono un futuro incerto per gli azionisti della SAT – precisano ancora i due consiglieri provinciali -: non vorremmo che alla fine a pagare fosse come al solito Pantalone e che ANAS ad un certo punto fosse comandata a realizzare con soldi pubblici i tratti mancanti per concludere un’autostrada non più necessaria, investendo risorse che invece dovrebbero essere assicurate per la viabilità pubblica (e cioè maggiore sicurezza per la S.S. Aurelia) e per la tenuta del territorio».