di Lorenzo Falconi
GROSSETO – «La mancata vendita delle farmacie comunali non è responsabilità della nostra opposizione». Mette subito le cose in chiaro Cristina Citerni (nella foto), consigliere comunale di Sel, una delle promotrici del comitato per il referendum contro la cessione delle farmacie. «Abbiamo combattuto una battaglia per contrastare una scelta scellerata – spiega Citerni -. Lo abbiamo fatto con mezzi leciti, con un’opposizione aperta e palese, senza operazioni di sottobosco politico. Per questo non ci riteniamo responsabili della mancata vendita delle farmacie». Una risposta che arriva diretta soprattutto al sindaco Emilio Bonifazi: «Quello che abbiamo fatto è stato smuovere le coscienze con una raccolta firme che nel giro di pochi giorni ha prodotto 2000 adesioni, anche senza una postazione fissa che non ci è stata concessa dal Comune – prosegue Citerni -. E’ il segnale che i cittadini avevano a cuore l’argomento e chiedevano lo stop della procedura». In sintesi, secondo gli esponenti di Sel, se la vendita non c’è stata è perché «il momento economico non è favorevole e le procedure di liberalizzazione non favoriscono poi così tanto l’ingresso dei privati. Dubitiamo – aggiungono – che un ipotetico compratore non fosse a conoscenza della procedura di cessione. Una volta che il privato ha firmato l’atto con il Comune, non si può fare più niente per tornare indietro».
Sel si sofferma anche sull’aspetto del bilancio, con il Comune costretto a rinunciare momentaneamente ai circa 6 milioni di euro che sarebbero entrati in caso di cessione delle farmacie. Un aspetto che inciderà sugli eventuali investimenti dell’ente. «Le farmacie comunali sono in attivo – osserva Citerni -, ma più che i freddi numeri, la giunta Bonifazi dovrebbe analizzare il bilancio sociale, composto da un servizio fornito ai cittadini e alla comunità». Aspetti sui quali Sel non è disposta a sorvolare, al pari di ciò che riguarda la gestione delle farmacie: «E’ lo stesso Bonifazi a mettere in discussione l’efficienza del servizio, dimenticando forse che è proprio il Comune a gestire le farmacie. In pratica – puntualizza Citerni – imputa a se stesso gli errori di gestione e scarica le responsabilità sull’anello debole, ovvero il personale».
La questione, in ogni caso, non appare ancora chiusa del tutto, la procedura di vendita delle farmacie è infatti interrotta, ma resta in piedi l’atto di indirizzo: «La nostra volontà non muta e continueremo ad opporci – afferma Cristina Citerni -. Se verrà chiesta una riorganizzazione per migliorare l’efficienza, puntiamo al coinvolgimento totale da parte del personale. Tutti i lavoratori devono essere partecipi delle scelte. Per questo chiederemo un incontro con i rappresentanti delle organizzazioni sindacali di categoria». Una battaglia che ancora non si è conclusa, quindi, e che ha visto Sel lottare fianco a fianco con il Movimento 5 Stelle, un percorso in chiave politica che stride con quanto accaduto in ambito nazionale, con il presidente della Camera dei deputati Laura Boldrini (eletta nelle liste di Sel), insultata dai parlamentari del Movimento 5 Stelle: «Atteggiamento che condanniamo in maniera ferma – precisa Flavio Agresti, segretario provinciale di Sel -, anche perché il Movimento 5 Stelle, così facendo, tradisce l’investimento di credibilità che molti elettori hanno fatto. Auspichiamo che a livello locale ci sia una presa di distanza su quanto accaduto in ambito nazionale. Ciò non toglie che su temi sensibili al territorio si possano condividere gli stessi percorsi, ma se la linea del Movimento 5 Stelle dovesse proseguire con queste modalità, è chiaro che si originerebbe un problema di rapporti».