ALBERESE – Domenica 2 febbraio è la Giornata mondiale delle zone umide. Si celebra la ricorrenza della “Convenzione sulle zone umide” firmata il 2 febbraio 1971 nella città iraniana di Ramsar, sulle rive del Mar Caspio. Quest’anno il tema della Giornata è la connessione tra agricoltura e zone umide, due ambienti che convivono perfettamente nel parco regionale della Maremma. Dal 12 novembre scorso, infatti, il Padule della Trappola – Foce dell’Ombrone è stata dichiarato – con decreto del Ministero dell’Ambiente – “Sito di importanza internazionale ai sensi e per gli effetti della Convenzione di Ramsar relativa alle zone umide habitat degli uccelli acquatici”. Stiamo parlando di una zona di particolare pregio, dove ogni anno svernano migliaia di uccelli e dove è tornato a nidificare il falco pescatore.
Proprio in questi giorni, peraltro, al Parco della Maremma sono arrivati i risultati del censimento compiuto dal Centro ornitologico toscano, da cui emerge un quadro davvero molto positivo riguardo alla presenza di avifauna.
“Il censimento degli uccelli acquatici – sono parole dell’ornitologo Francesco Pezzo – si è svolto nel migliore dei modi nonostante le condizioni meteo avverse. Sono state censite ben 41 specie diverse di uccelli acquatici ed in particolare oltre 3.700 oche (appartenenti a 4 specie diverse) e circa 250 gru. Inoltre, tra le specie particolarmente significative, sono stati avvistati il Tarabuso e l’Aquila minore”.
“Si tratta di numeri davvero molto importanti nel panorama nazionale – commenta il presidente del Parco della Maremma Lucia Venturi – numeri che confermano, se mai ce ne fosse stato bisogno, l’importanza dell’opera di tutela che svolgiamo da 40 anni”.
Nel Parco della Maremma, per il censimento 2014, hanno operato 24 rilevatori, affiancati dai guardaparco Gianfranco Martini, Beppe Anselmi e da Laura Tonelli, che si sono occupati degli spostamenti e dell’organizzazione. Nel corso delle uscite sono stati avvistati e fotografati anche 4 falchi pescatori. Due hanno dato spettacolo nella Trappola, pescando praticamente in contemporanea e tuffandosi uno dopo l’altro per prendere il pesce. Altri due invece erano nell’area del San Paolo; di questi uno è rimasto per tutta la mattina posato sul bordo di un nido in fase di ristrutturazione. Non è esclusa, quindi, a primavera, una quarta eccezionale covata.