di Barbara Farnetani
GROSSETO – Battuta d’arresto per la vendita delle farmacie comunali a Grosseto. Con la determina n. 125 del 27 gennaio 2014 (si può leggere a questo LINK) il dirigente del servizio patrimonio del Comune di Grosseto ha, infatti, dichiarato la conclusione del procedimento relativo alla vendita delle partecipazioni azionarie detenute dal Comune di Grosseto nella società Farmacie Comunali Riunite S.p.A.
«La decisione è stata accolta con ovvia soddisfazione – affermano dal M5S -,e in virtù di essa, provvederemo a depositare atto di rinuncia a tutte le azioni giudiziali sinora avviate a tutela della procedura referendaria. E’ la fine migliore di un capitolo che apre definitivamente la strada ad un percorso nuovo, cui il Movimento sta già lavorando dal giorno successivo alla mancata vendita, che sfocerà la prossima settimana nella presentazione di una proposta di delibera oramai pronta. L’obiettivo che ci si propone è quello di un rilancio della società che passa non solo attraverso l’eliminazione degli errori e degli sprechi che hanno pregiudicato gli esiti gestionali degli ultimi anni ma anche l’introduzione di novità che già in altre esperienze hanno trovato positivo riscontro».
«Andando deserta l’asta – precisa il sindaco Emilio Bonifazi – non possiamo rifare la gara sulla base di quella delibera, ne serve una nuova. Viene fatto salvo il percorso fatto sin qui, resta l’atto di indirizzo del Consiglio comunale, e la vendita della farmacia di via Civitella, ma se vogliamo vendere le quote delle altre farmacie (il comune detiene il 51%) dobbiamo riportare l’atto in Consiglio. Ovviamente non possiamo comprare il 41% di Codifarma (il resto è del comune di Scansano) perché non ci sono i soldi». Il sindaco chiarisce che, negli anni, gli utili delle farmacie si sono assottigliati sempre più, arrivando, in totale, a circa 100 mila euro all’anno «Il bilancio del 2012 che parla di un utile di 700 mila euro di fatto è falsato dalla vendita di una palazzina in via Orcagna, per 600 mila euro, i cui introiti hanno creato una plusvalenza che è entrata negli utili delle farmacie. Presto le farmacie saranno un’azienda che va neppure più in pareggio».
«Di fatto negli anni le farmacie sono state gestite male – prosegue Bonifazi -, hanno 5 magazzini con 5 magazzinieri, cosa che fa salire le spese, la notte per la farmacie che resta aperta ci sono due farmacisti, e dobbiamo pagare due notturni, mentre potrebbe starci uno solo, magari con un vigilantes, gli acquisti dei farmaci vengono fatti singolarmente, ciascuna farmacia per sé, in 5 farmacie abbiamo 50 dipendenti, parte dei quali entrati senza concorso: gli sono stati fatti contratti a 6 mesi, rinnovati infinite volte, e alla fine, giustamente, hanno fatto causa per essere assunti. Insomma è evidente che quando il pubblico fa l’imprenditore ci rimette sempre è successo con i vivai, come con i campeggi».
«La piccola farmacia di Civitella è stata venduta bene perché non aveva dipendenti a tempo determinato, in questo caso abbiamo voluto tutelare i lavoratori, e soprattutto non vendere singolarmente, una per una, cedendo le quote ma non la titolarità. Chi chiede che il comune compri anche le quote dei privati non sa cosa dice: servono 6-7 milioni di euro che il comune non ha, e per quali utili poi? Ci sono già richieste per aprire la farmacia al Commendone, una a Marina, una sulla Castiglionese e un’altra verso Istia – conclude Bonifazi -. Gli utili diverranno sempre meno e piano piano anche le farmacie andranno in perdita».