di Daniele Reali
GAVORRANO – È trascorsa una settimana dall’udienza nella quale i giudici della quinta sezione del Consiglio di Stato hanno discusso il caso delle firme autenticate dai consiglieri provinciali, vicenda che riguarda otto comuni in Italia e tra questi anche Gavorrano.
Da allora, dal 21 gennaio, si attende per la decisione che il Consiglio di Stato prenderà: la sentenza che sarà emessa dai giudici infatti deciderà sul futuro di questi otto comuni perché si saprà con certezza se Gavorrano, Tricarico (Matera), Valenzano (Bari), Molfetta (Bari), Maddaloni (Caserta), Marcianise (Caserta), San Felice a cancello (Caserta) e Lusciano (Caserta) torneranno al voto oppure no.
Dal giorno dell’udienza non è trapelato niente dalla capitale né dalla cancelleria di Palazzo Spada (nella foto), sede del Consiglio di Stato a Roma. Eppure il caso delle firme nei giorni scorsi ha avuto anche un’eco nazionale perché è finito prima sulle pagine de “L’Espresso” e poi su quelle di Repubblica.
Un caso spinoso – Il “caso Gavorrano”, come abbiamo voluto ribattezzarlo noi in Maremma, riguarda il potere di autentica, cioè la facoltà di un consigliere o di un assessore provinciale di autenticare le firme necessarie per la presentazione di una lista elettorale per le elezioni comunali. Un caso “spinoso”, è stato definito più volte, anche per le diverse impostazioni che sono arrivate dai tribunali regionali con sentenze totalmente opposte. Sulla vicenda il Consiglio di Stato nel maggio scorso si era espresso limitando il potere di autentica per territorio e per funzione. Poi sono arrivate le sentenze dei Tar: in Toscana e in Puglia è stata accolta questa impostazione, mentre in Basilicata e in Campania è stata rigettata.
La soluzione – La decisione del Consiglio di Stato sarà quella definitiva. La materia elettorale infatti prevede due gradi di giudizio essendo inquadrata nella procedura amministrativa. Un primo grado che è rappresentato dal Tar e un secondo grado che è quello del Consiglio di Stato. Quello che sarà contenuto quindi nella sentenza dei giudici della quinta sezione porrà la parola fine sul “caso Gavorrano” disponendo nuove elezioni e una conclusione anticipata di legislatura oppure il proseguo del mandato che gli amministratori hanno ricevuto dagli elettori.