A cura di Claudia Librandi
MASSA MARITTIMA – La violenza sulle donne si può sconfiggere: è necessario un profondo cambiamento culturale che definisca finalmente il valore della donna, con tutte le sue particolari prerogative, non in contrapposizione con l’uomo ma in armonia con lui, come sua pari, nel rispetto reciproco. Questo è quanto emerso dal convegno “La violenza contro le donne è una sconfitta per tutti” organizzato a Massa Marittima alla Sala Convegni dell’Abbondanza dallo Spi Cgil di Grosseto, con il patrocinio del comune di Massa Marittima e la collaborazione della Commissione pari opportunità, Informadonna e Centro Italiano Femminile.
Il convegno si è svolto in una sala gremita da un pubblico eterogeneo: donne e uomini, molti giovani, anziani. Tutte le relatrici, a partire dal sindaco di Massa Marittima, Lidia Bai, hanno testimoniato il proprio impegno a combattere ogni forma di violenza non solo nei confronti delle donne ma anche di tutte quelle persone che sono più facilmente vittime di maltrattamenti o vessazioni: minori, omosessuali, anziani. Un nuovo fenomeno di violenza domestica è proprio quello sugli anziani: spesso i familiari decidono di tenerli in casa per la pensione, ma poi non hanno tempo e voglia di accudirli e trattarli con amore e rispetto.
Il tema della violenza sulle donne è tristemente attuale. La fotografia di qual è la situazione nella provincia di Grosseto è stata tracciata da Sabrina Gaglianone , presidente del Centro Antiviolenza Olimpia de Gouges che da quindici anni è attivo sul territorio con la sede centrale di Grosseto e i punti ascolto di Follonica, Orbetello, Manciano, Castel del Piano. L’Associazione opera con l’aiuto di volontarie, accuratamente formate per poter gestire le difficili e delicate situazioni che si presentano, e in collaborazione con le Forze dell’Ordine, l’Asl e la Task Force Codice Rosa. I dati più recenti della Toscana (che si riferiscono al 2013 fino al mese di novembre) parlano di 8.000 donne presentatesi ai Centri Antiviolenza di cui 69% italiane e il 31% straniere. Nel Centro Antiviolenza di Grosseto, nello stesso periodo, si sono avuti 143 casi di cui 108 donne italiane e le altre 35 straniere: cifre da non sottovalutare tenendo presente l’esiguo numero di denunce rispetto alla realtà. La Gaglianone ha sottolineato quanto il lavoro del Centro sia difficile anche perché Grosseto e Massa Carrara sono le due sole province toscane a non avere neanche una Casa Rifugio dove poter accogliere le vittime e allontanarle dall’ambiente malsano. L’inadeguatezza dei mezzi e delle risorse finanziarie disponibili – non colmata neanche dalla recente legge contro il femminicidio – sono stati ribaditi anche da Daniela Cappelli, segretaria regionale Spi Cgil, che ha messo in evidenza come la normativa europea prevederebbe almeno 5000 posti in case rifugio mentre l’Italia attualmente ne ha soli 500.
Grosseto pur nella carenza di risorse è comunque molto sensibile al problema della violenza delle donne: proprio qui, infatti, nel 2010 l’Asl 9, in collaborazione con la Procura della Repubblica, ha dato vita alla Task Force Codice Rosa, di cui hanno parlato alcune operatrici tra cui la dottoressa Chiara Marchetti. Il servizio ha curato inizialmente la formazione del personale ospedaliero addetto al Pronto Soccorso in modo che fosse in grado di riconoscere i traumi derivanti da possibili violenze domestiche ed aiutare le vittime ad aprirsi e ad essere aiutate. La formazione si è poi allargata ai medici di base, agli infermieri domiciliari, alle scuole. Questo capillare lavoro della Task Force ha portato nel 2012 all’emersione del 60% in più di casi rispetto all’anno precedente e all’attenzione della Regione Toscana che ha sentito la necessità di istituire la Task Force Codice Rosa anche in tutte le altre province.
Sono styate lette alcune pagine e brani sulla violenza sulle donne tratte da testi di Serena Dandini e di altri autori, lette da Sabrin Hasburn e Nina Makarovska, le canzoni di tema femminile eseguite dal gruppo Giù la corda e la bella coreografia finale a cura dell’Associazione Danzart.
Quello che rimane di questa giornata è un messaggio positivo apparentemente semplice: per contrastare la violenza basterebbe riscoprire che l’amore è fiducia, rispetto, equilibrio e, soprattutto, non violenza. Le nuove generazioni ne devono essere coscienti e non sarebbe male che a scuola, oltre alle competenze europee, si riparlasse di sentimenti e di gestione di relazioni.