GROSSETO – Si chiama citizen science ed è l’ultima tendenza in campo scientifico: consiste nel coinvolgimento diretto e attivo dei cittadini, dalle scuole a gruppi di adulti portatori di interessi in vari settori, fino a semplici appassionati, nella raccolta di dati ambientali a fini scientifici e conservazionistici. In Europa ci sono già molte esperienze che hanno dato ottimi risultati nella partecipazione dei cittadini al grande progetto della scienza. Già a partire dal 2012 il Museo di Storia Naturale della Maremma ha avviato una collaborazione con i responsabili del progetto inglese di citizen science attivando un sito internet – con Comune di Grosseto e associazione Guru@work – per la raccolta di dati naturalistici ispirato proprio ai dettami del nuovo modo di fare scienza: www.naturaesocialmapping.it. Dal giugno 2013 la Fondazione Grosseto Cultura, attraverso il Museo di Storia Naturale della Maremma, fa parte di ECSA Europea, l’associazione europea per la citizen science. Inoltre, negli ultimi mesi, si sono venute a creare le condizioni per cui molti paesi europei stanno definendo una comune strategia internazionale di citizen science, stabilendo di attivare un progetto che consenta di finanziare un centro di coordinamento con base presso l’Imperial College di Londra e centri nazionali di coordinamento che si occupino di realizzare attività scientifiche che coinvolgano i cittadini sulla base di strumenti comuni e condivisi con gli altri paesi partner del progetto. Per l’Italia l’unico ente rappresentato in questo contesto è proprio il Museo di Storia Naturale della Maremma.
Nella sala consiliare del palazzo comunale di Grosseto, Regione Toscana, Comune di Grosseto e Fondazione Grosseto Cultura hanno sottoscritto il protocollo d’intesa per il monitoraggio della biodiversità mediante citizen science. Si tratta di un atto molto importante perché permetterà alla Fondazione di avere spessore contrattuale a livello europeo vedendo ratificato il sostegno da parte delle due istituzioni, Regione e Comune.
Annarita Bramerini, assessore all’ambiente e all’energia della Regione Toscana: «Il protocollo sottoscritto oggi dà all’attività di tutela naturalistica e della biodiversità un valore aggiunto: quella forma di collaborazione e cooperazione con i cittadini che auspichiamo possa avvenire e diffondersi presto anche in altre parti della Toscana». Emilio Bonifazi, sindaco di Grosseto: «Un patrimonio naturalistico come quello della Maremma deve essere valorizzato anche studiandolo, conoscendolo e facendolo conoscere. Credo che la ricchezza florofaunistica che si può facilmente ammirare in ogni luogo e non solo nelle splendide aree protette, rappresenti una straordinaria opportunità di coinvolgimento di studenti, studiosi e semplici appassionati nell’approfondire argomenti comunque troppo poco apprezzati rispetto alla loro importanza». Giancarlo Tei, assessore all’ambiente Comune di Grosseto: «Grosseto e la Maremma possono dare un apporto fondamentale a una diffusa opera di monitoraggio della biodiversità. Questo perché godiamo ogni giorno di una varietà di specie vegetali e animali che fanno di questa terra un vero e proprio patrimonio, unico e magnifico. I cittadini appassionati e le scuole possono dare un contributo importante alla scienza ufficiale. E partire proprio dall’entusiasmo e la qualità scientifica garantita dal nostro Museo di Storia Naturale è un grande vantaggio di cui dispone la nostra città».
Loriano Valentini, presidente della Fondazione Grosseto Cultura: «Il Museo di Storia Naturale della città non è solo il luogo fisico che conserva un patrimonio, ma è un servizio culturale che deve suscitare partecipazione, sviluppare la ricerca e proporre azioni culturali. La citizen science ci aiuta a realizzare un nuovo modello di museo che lo avvicina ai ricercatori e ai cittadini. La presenza della Regione e del Comune è essenziale per far assumere a Grosseto una dimensione nazionale e avere una voce più autorevole in Europa». Andrea Sforzi, direttore del Museo di Storia Naturale della Maremma: «Il termine Citizen Science venne utilizzato per la prima volta nel 1995 dal sociologo Alan Irwin per descrivere la capacità di comuni cittadini di contribuire all’avanzamento della conoscenza scientifica. In campo ambientale il termine si applica anche (come nel nostro caso) al monitoraggio di specie e habitat. È questo un modo molto coinvolgente ed efficace per aumentare la consapevolezza della rilevanza del nostro ambiente naturale e della importanza della sua conservazione. Grazie al sostegno del Comune di Grosseto e della Regione Toscana potremmo avviare un processo virtuoso che porterebbe in Toscana (tra i primi in Italia) un nuovo modo di fare scienza».