a cura di Giulia Carri
MONTREAL – Fabio Lorenzini, 42 anni di Grosseto, è ricercatore associato alla McGill University, Montreal, Quebec e dedica la sua vita alla ricerca chimica. Motivato da una grande passione nata in un laboratorio di ricerca dell’Università di Pisa, da 12 anni gira il mondo e lavora come ricercatore nelle migliori Università internazionali. Adesso si trova in Canada.
Come sei arrivato a Montreal?
“Mi sono laureato in Chimica all’Università di Pisa nel 2001. La mia passione è sempre stata la ricerca, ma le opportunità migliori sono all’estero nel mio campo, quindi ho cominciato a cercare un dottorato nel Regno Unito. Inizialmente sono andato in Scozia per migliorare l’inglese, mentre studiavo ho fatto vari lavori nella ristorazione e nei call center. Alla fine ho accettato l’offerta di un dottorato a Belfast, Irlanda del Nord. Così ho cominciato la mia carriera.”
Quanto sei rimasto li?
“Tre anni e mezzo, fino al settembre del 2005. Poi mi sono spostato alla British Columbia a Vancouver, Canada. Lì ho lavorato come ricercatore fino al 2008. Quindi un altro periodo nel Regno Unito tra Belfast e Nottingham di circa tre anni. Per arrivare dove sono ora, alla McGill University di Montreal in Canada. Non so per quanto…”
Quindi non è definitivo?
“Il definitivo purtroppo o per fortuna nel mio lavoro non esiste…! La ricerca che faccio è molto accademica, nello specifico operiamo la sintesi catalitica di molecole organiche cercando di migliorarla in termini di resa, velocità, riduzione di sprechi, etc… Queste molecole possono essere utilizzate in campo farmaceutico. Il settore è altamente specifico, quindi il progetto viene portato avanti dai vari laboratori universitari nel mondo che hanno questo livello di specializzazione. Ci spostiamo parecchio ecco. E’ bello e mi rende felice ma è anche emotivamente, intellettualmente e fisicamente impegnativo. Solo la passione, oltre alla volontà, ti permette di farlo.”
Come è nata la passione per la ricerca?
“Mentre facevo la tesi a Pisa. La prima volta che sono entrato in laboratorio ho provato una grande emozione e scoperto che amavo fare ricerca nella sua parte viva. L’amore per questo lavoro mi ha portato fin qua. Il mio sogno era continuare a fare ricerca in realtà professionali e culturali diverse, sono felice di esserci riuscito.”
Dopo tutto questo girare il mondo, come è il tuo rapporto con la Maremma?
“Ottimo! Proprio dopo aver visto tanti posti credo che sia uno dei più belli del mondo, non solo per il territorio e il cibo ma per la qualità delle persone. La conferma me l’hanno data tutte le persone che negli anni ho portato a vedere la Maremma e se ne sono innamorate. Addirittura una coppia di miei amici irlandesi tornano a Castiglione della Pescaia ogni anno. Amano il nostro stile di vita, la nostra cultura artistica e le nostre tradizioni.”
Ti manca?
“Si mi manca tutto. La mia famiglia, i miei amici e il modo italiano, o europeo di stare insieme. Il Canada è lontano e non riesco a tornare più di una volta l’anno. Vorrei in futuro avvicinarmi all’Italia.”
Torneresti in Italia?
“Una valida offerta lavorativa mi farebbe pensare al ritorno, ma dopo tanti anni di ricerca all’estero, sono abituato ad un sistema di meritocrazia e professionalità nei rapporti a cui sarebbe difficile rinunciare. L’Italia è diversa da questo punto di vista, ma nel mio lavoro tutto è possibile. Per ora so che il mio punto di riferimento nel mondo è la Maremma, lì posso sempre tornare.”