a cura di Michele Stefanelli
POLVEROSA – “Migliaia e migliaia di euro da pagare, la disgrazia dell’alluvione e un cambio di amministrazione che ha portato solo confusione. Noi nel frattempo siamo costretti a sborsare ancora tanti, troppi soldi. Siamo stanchi e non ce la facciamo più ad andare avanti”. Un centinaio di famiglie, residenti nella frazione di Polverosa, nel comune di Orbetello, sono esplose in una protesta formale contro l’Acquedotto del Fiora Spa e contro il grave e storico problema degli acquedotti rurali. Queste famiglie sono costrette a pagare bollette dell’acqua stratosferiche. Cifre esorbitanti che si aggirano tra i 1200 e i 1600 euro, da pagare ogni sei mesi. Queste bollette sono anche arrivate in alcuni casi ai 6000 euro. Alcuni cittadini, rappresentanti di queste famiglie, si sono riuniti in un comitato nato per indagare e arrivare in fondo alla vicenda. “Questo martirio va avanti da qualche anno ormai”, si sono sfogati. Con bollette e documenti alla mano, i cittadini ci hanno spiegato “L’acquedotto rurale di Polverosa costituisce un acquedotto a parte, con un proprio contatore. A causa delle rotture, delle perdite e degli interventi di manutenzione i cittadini sono costretti a pagare tutta l’acqua e non solo quella che consumano. I consumi salgono in modo esponenziale, perché invece di pagare una tariffa della prima fascia, si pagano della terza, la più alta”.
Ed ancora “Il comune di Orbetello aveva fatto un tentativo per aiutare queste famiglie con la promessa di prendere in gestione l’acquedotto, farlo diventare comunale per poi passarlo all’azienda dell’“Acquedotto del Fiora Spa” con una gestione normale. Ci fu un collaudo per verificare la fattibilità della cosa, l’incontro mostrò le condizioni pessime delle tubazioni e il comune si impegnò a fare qualcosa. I consorziati hanno pagato mille euro a utenza per sistemare la condotta principale di andata e ritorno dal contatore al serbatoio di Polverosa. Oggi è passato più di un anno e oltre al danno abbiamo avuto la disgrazia dell’alluvione. Le famiglie sono sul lastrico e non possiamo andare più avanti così”.
L’8 gennaio c’è stato un incontro tra i cittadini, il presidente dell’“Acquedotto del Fiora Spa”, Tiberio Tiberi, insieme ad un dirigente della società e un tecnico del comune di Orbetello, che si è detto “all’oscuro di tutto per via del cambio di amministrazione” ma che ha promesso “il comune si impegnerà per ritrovare tutte le carte e portare il caso ad una soluzione”. In compenso il presidente di “Acquedotto del Fiora Spa” ha ammesso ai cittadini che “per sistemare questo acquedotto si dovranno utilizzare appositi fondi, con molti soldi da spendere e che la situazione riguarda una decina di acquedotti rurali solo nel comune di Orbetello”. Alla fine dell’incontro per i cittadini una bella notizia che il presidente Tiberi ha dato loro, con la sospensione immediata da parte dell’ufficio commerciale delle bollette e con una futura riduzione che permetterà a queste famiglie di pagare l’acqua dispersa non più sei euro al metro cubo ma un euro al metro cubo. Intanto gli abitanti di Polverosa dovranno aspettare marzo per la riunione di tutti i soci e di tutti i sindaci, che potrà portare novità interessanti sul problema degli acquedotti rurali della Toscana, tra cui ovviamente c’è quello di Polverosa.
La Storia – Dal 2002 gli acquedotti rurali consortili e le reti idrauliche realizzate dall’ente di riforma negli anni ’50 e ’60, furono escluse dal servizio idrico integrato, quindi non furono comprese nella gestione di “Acquedotto del Fiora Spa”. Ciò significa che i consorzi e i cittadini, che appartengono a questa categoria, devono rimettere a posto e far collaudare, certificare e poi consegnare alle amministrazioni comunali questi acquedotti, ma tutto a spese loro. Così, le amministrazioni comunali, solo in questo secondo momento, possono passare la gestione di essi alla società “Acquedotto del Fiora Spa”. I cittadini pagano la normale tariffa (che nel caso di Polverosa era al tetto massimo cioè sei volte più del dovuto) per il rifornimento idrico, essendo collegati alla rete pubblica, inoltre sono i cittadini che devono intervenire di tasca propria per ogni tipo di intervento, con una notevole disparità di trattamento rispetto agli altri utenti.