GROSSETO – «Dopo l’ incontro con il commissario giudiziale Giampiero Russotto, nel corso del quale ci è stata prospettata la soluzione della mobilità o in alternativa l’aspettativa, ci siamo subito attivati per cercare una soluzione che garantisse il reddito delle lavoratrici e dei lavoratori. L’assemblea, tolta una esigua minoranza, ha capito in modo chiaro che avremmo tenuto l’accettazione individuale da parte dei lavoratori dell’aspettativa come ultima opzione e che avevamo chiesto alle segreterie nazionali un supporto. Non ci crediamo infallibili, non stiamo tutto il giorno sul piedistallo e crediamo che la collaborazione tra istituzioni sia la via maestra per riuscire a portare in porto il salvataggio della gran parte dei lavoratori della ex Mabro». Questo il commento dei segretari provinciali, Furio Santini di Filctem Cgil, Fabio Della Spora di Femca Cisl e Rinaldo Carlicchi di Uiltec Uil, in merito alla vicenda che ha portato alla nuova cassa integrazione per i dipendenti di Abbigliamento Grosseto.
«Alcune lavoratrici, durante l’assemblea hanno prospettato la soluzione delle ferie, ipotesi non percorribile perché avrebbe generato dei costi, in alternativa hanno prospettato l’idea di richiedere un incontro al giudice Vincenzo Pedone per chiedere il suo intervento – proseguono i segretari -. I sindacati dopo tre giorni dall’assemblea sono andati a Firenze dall’assessore regionale Simoncini, con il sostegno di Marras e Bonifazi, a chiedere se la soluzione contenuta nella circolare dell’Inps del 2002 potesse essere applicata nella situazione della ex Mabro, circolare trovata da noi e non dalle lavoratrici che oggi si vogliono attribuire il merito della soluzione».
«Simoncini ha immediatamente contattato il ministero e ottenuto la risposta affermativa, in pochi giorni. E’ chiaro che senza l’interessamento delle istituzioni, da soli, non avremmo mai potuto ottenere in tempi così rapidi delle risposte che, se non fossero arrivate entro la settimana corrente, avrebbe indotto il commissario ad iniziare la procedura annunciata – concludono -. Questa è la ricostruzione della vicenda, abbiamo lavorato in questo modo, raggiungendo l’obiettivo, con la consapevolezza che la maggioranza delle lavoratrici lo abbia capito. Ci appelliamo alla minoranza perché, in questi giorni determinanti per il buon esito del bando, abbia l’intelligenza di tacere per non pregiudicarne l’esito».