FOLLONICA – Il “codice di comportamento” è un bavaglio ai dipendenti comunali. È quanto afferma il Movimento 5 Stelle di Follonica, che lamenta la scarsa visibilità data all’iniziativa e il poco tempo avuto a disposizione per fare segnalazioni proposte e osservazioni alla bozza pubblicata sul sito del Comune.
«Per il Movimento 5 Stelle di Follonica questa bozza di codice di comportamento è un bavaglio ai dipendenti comunali – proseguono i 5 Stelle -, l’Amministrazione di Follonica, travisando completamente lo spirito della norma, vieta espressamente che il dipendente possa esprimere giudizi o apprezzamenti riguardo all’attività dell’ente con riferimento a qualsiasi ambito, inoltre non potrà pubblicare, sotto qualsiasi forma, sulla rete internet (forum, blog, social network, ecc.) dichiarazioni inerenti l’attività lavorativa, indipendentemente dal contenuto, se esse siano riconducibili, in via diretta o indiretta, all’ente o assumere comportamenti che possano nuocere l’immagine dell’Amministrazione. La norma invece prevede che i comportamenti che ledono l’immagine dell’Amministrazione siano quelli con cui il dipendente, abusando del proprio ruolo nell’amministrazione, riceva favori per sé o favorisca interessi privati. Ben diverso quindi da come regolamentato dagli inquilini di Largo Cavallotti che violano palesemente la libertà di espressione, diritto garantito costituzionalmente».
«Il Movimento di Follonica ha ritenuto di suggerire all’Ente innanzitutto di eliminare il bavaglio ai dipendenti comunali e di azzerare o comunque prevedere un limite massimo di € 30 o € 50 quale modico valore per i regali, individuandone la tipologia – afferma il M5S -, escludendo per esempio effetti personali e gioielli, circoscrivendo le regalie a oggetti di cancelleria (penne, calendari) e comunque escludendo tassativamente compensi in denaro. Ricevere un orologio da polso o una collana da € 150,00 è ben diverso da ricevere calendari, penne o altra cancelleria per un valore complessivo annuo di € 30,00; la prima fattispecie potrebbe generare proprio quella “benevolenza” che la norma anticorruzione vuole escludere».