di Lorenzo Falconi
GROSSETO – La notizia dell’allenatore di una squadra di calcio di giovanissimi, squalificato per essere entrato in campo a soccorrere un suo giocatore, svenuto in seguito ad uno scontro di gioco, finisce per essere oggetto di una richiesta di verifica da parte del ministro dello sport. Ad avanzare il proposito sono i deputati del Partito democratico Michele Anzaldi e Federico Gelli, annunciando la presentazione di una interrogazione parlamentare. Il riferimento è a quanto accaduto a Marina di Grosseto dove Claudio Buso, allenatore dei giovanissimi provinciali del Casotto Pescatori, è entrato sul terreno di gioco senza l’autorizzazione dell’arbitro per soccorrere un giocatore caduto in terra per un colpo alla testa. Il tecnico ha rimediato l’espulsione e una squalifica di 45 giorni. «La vicenda ha assunto toni piuttosto clamorosi – spiega Claudio Buso -, sono rimasto allibito quando ho saputo della squalifica. E’ vero che ho agito d’istinto e che sono entrato in campo senza l’autorizzazione da parte del direttore di gara, ma in quel momento mi sono sentito genitore, prima ancora che allenatore. Il ragazzo aveva preso un colpo alla nuca ed era svenuto, sono entrato in campo perché l’arbitro non si era accorto della gravità dello scontro e, malgrado i richiami, continuava a far proseguire il gioco. Al di là della squalifica, rifarei sempre la stessa cosa. Piuttosto mi domando, ma preciso che non vuole essere un’accusa – conclude Buso -, se anche gli arbitri di questo livello siano preparati a prestare il primo soccorso. Se così non è, sarebbe opportuno che anche loro avessero questo elemento nel bagaglio di preparazione».
Intanto i due deputati del Pd vanno avanti : «Abbiamo presentato un’interrogazione al ministro degli Affari regionali, autonomie e sport, Graziano Delrio, per sapere se intenda attivare i propri poteri ispettivi per verificare quanto accaduto e quali azioni intenda intraprendere per valorizzare il gesto compiuto dall’allenatore nel soccorrere il giovane giocatore infortunato – spiegano -. In una società in cui le cronache sportive riportano troppo spesso episodi di violenza e razzismo – si legge ancora nella nota – è davvero incredibile che la giustizia sportiva si sia resa protagonista di una decisione così insensata e sproporzionata. Purtroppo negli ultimi anni sono stati numerosi i casi di giovani deceduti sui campi da calcio e la vita di un ragazzo vale certamente più di una squalifica».