Torna l’appuntamento con la rubrica de IlGiunco.net “Hello Web, la comunicazione al tempo di internet”. «Questa settimana parliamo di social network preferiti dai giovani»
a cura di Marco Gasparri*
I giovani che non hanno un profilo su Facebook sono molto rari, ma è anche vero che molti di quelli che ce l’hanno stanno cominciando a lasciarlo sempre più vuoto.
Questa impressione è divenuta realtà grazie ad uno studio sui teenager fornito dall’Istituto Piper Jaffray & Co che ha concluso che i social più frequentati e utilizzati da questi ultimi sono Snapchat, Twitter, Whatsapp e Instagram.
La certezza, poi, è arrivata il 16 ottobre 2013, giorno in cui Facebook ha cambiato i termini di servizio, consentendo ai teenager dai 13 ai 17 anni di condividere contenuti con chiunque sul social. Insomma via libera alle condivisioni per i minorenni verso tutti.
Si tratta di una strategia marketing per riconquistare i più giovani, i quali utilizzano servizi di concorrenti costantemente in crescita. I social alternativi non hanno restrizioni, ai teenager piacciono, e Facebook sta cercando di adattarsi al mercato. Una mossa inevitabile perchè i giovani di oggi saranno gli utenti di domani e, se non viene invertita tale tendenza, il prodotto Facebook avrà davanti pochi anni di vita. Questo lo sa Zuckerberg e lo sanno, sopratutto, gli investitori.
Mentre Facebook è ancora di gran lunga il sito “social” più popolare al mondo, ha perso il suo fascino tra le schiere degli adolescenti che vogliono trovare un modo per “ribellarsi” contro i propri genitori, pur essendo in grado di socializzare online con i loro amici senza che nessuno possa controllarli attraverso i propri account.
Ecco che allora vengono preferite altre applicazioni tipo WhatsApp, Line, WeChat che sono sempre più presenti anche in tv con i loro spot e che grazie a testimonial accattivanti come Leo Messi o Belen Rodriguez, attirano un numero di utenti in costante aumento.
I giovani ricercano strumenti più liberi e soft, come il famoso SnapChat che, parallelamente, abbiano la capacità di gestire vocazioni relazionali nuove, come quella del sexting, unendo intimità e volatilità cioè sottraendosi a quella che è una delle proprietà dei contenuti digitali in rete: la permanenza.
Il Wall Street Journal sostiene che le ragioni dell’effimero sono il grande successo di Snapchat, spingendosi ad immaginare che una Internet “cancellabile” sia oggi la risposta ad un nostro desiderio molto diffuso e non una sua variabile marginale. Dopo tanti anni di sottolineatura del grande valore documentale della Rete che tutto ricorda e tutto archivia, applicazioni in grado di dimenticare volti e persone rappresenterebbero – secondo l’editorialista tecnologico del WSJ – il cambio di paradigma che molti aspettavano.
WhatsApp orimai è l’app più diffusa tantochè l’80% degli smartphone italiani hanno questa applicazione installata. WhatsApp sfrutta il traffico internet del nostro smartphone e permette di inviare gratis messaggi con allegati come foto, video, oppure note audio. Un servizio che ci ha fatto risparmiare un sacco di soldi in SMS, MMS, ma nel quale i ragazzi si nascondono molto facilmente. Quale utilizzo ne fanno? È ormai pratica comune creare dei gruppi dove si aggiungono gli amici e dove si condivide qualsiasi cosa: si va dai compiti a casa, fino a quelli in classe se l’insegnante non è attento; si fissa un appuntamento per andare tutti quanti a giocare a calcetto, oppure al cinema; ci si possono scambiare immagini e video pornografici, oppure contenuti che violano la privacy di qualcun altro. Gli utilizzi che se ne possono fare vanno insomma dall’utile al dannoso, fino al pericoloso.
* Marco Gasparri (nella foto in alto) è Direttore di Studio Kalimero, agenzia di marketing e comunicazione. Presidente dei Giovani Imprenditori di CNA si impegna da sempre nella divulgazione del sapere legato alla comunicazione, al marketing, al software libero.