GROSSETO – La recente “querelle” tra il sindaco di Scarlino e la segretaria confederale CGIL, ci pone all’attenzione il problema delle polemiche sui social network. Non è comunque la fattispecie del contendere, sulla quale questa organizzazione vuole approfondire la sua riflessione, quanto il problema nascente, della tutela dei dipendenti pubblici, da invettive che possono verificarsi sui “social” da parte di cittadini esasperati, specialmente dalle difficoltà e disagi attuali, dovuti alle difficoltà finanziarie che attraversa il nostro paese e l’intera comunità, nazionale, europea e globale». E’ il segretario organizzativo della UilFpl Sergio Sacchetti a proporre questo tipo di riflessione.
«Dalla lettura di alcuni “codici etici” emessi e in corso di adozione o adottati recentemente dalle amministrazioni pubbliche, emerge, come è logico e corretto, l’obbligo di astensione del dipendente pubblico dal social network, se non, in alcuni casi, per soli motivi di servizio – spiega Sacchetti -. Fin qui nulla da dire, il fatto è che, purtroppo, si sono già verificati episodi dove cittadini esasperati dalla congiuntura negativa attuale, si sono rivolti sui “social” con insolenze e calunnie verso dipendenti pubblici, che svolgono il loro lavoro, con professionalità e sensibilità, in un contesto, come già detto, caratterizzato dalla gravissima situazione sociale ed economica attuale, il tutto aggravato dal disagio lavorativo dovuto alla ormai cronica carenza di personale, a causa delle limitazioni imposte dalle norme per il mantenimento del patto di stabilità degli enti, che impediscono, di fatto, di assumere personale nelle amministrazioni pubbliche».
«Come organizzazione sindacale, ci auguriamo che la politica e la dirigenza si facciano carico di questo problema crescente, dovuto all’utilizzo sempre maggiore della tecnologia informatica per la comunicazione, cercando di ripristinare il giusto grado di equilibrio tra l’ascolto della esigenze manifestate dalla cittadinanza – conclude Sacchetti -. Dal canto nostro, vigileremo, perché ciò avvenga, invitando i dipendenti stessi segnalare eventuali, ulteriori ed analoghi fatti incresciosi che dovessero verificarsi, per tutelarli nelle sedi opportune».