FIRENZE – La Regione segue insieme agli enti locali la vicenda dei permessi di ricerca geotermici a Montenero che in questi giorni è stata oggetto di vari articoli di cronaca. Perché alta è l’attenzione sui temi del paesaggio e del contesto economico e sociale in cui il progetto si inserisce.
In questo caso, tuttavia, trattandosi di un permesso “pilota”, è il Ministero dello sviluppo economico competente, di concerto con il Ministero dell’ambiente come previsto dalla nuova legge 98 del 9 agosto 2013 che, sottraendo anche questa competenza alla Regione, ha disposto che spetti al Ministero dell’Ambiente il procedimento di valutazione ambientale dei permessi di ricerca pilota.
La Regione Toscana interviene così a proposito delle ricerche di fluidi geotermici che sta compiendo la multinazionale Gesto Energy Consulting, attraverso la Gesto Italia Srl, nel comune di Castel del Piano.
Permesso di ricerca Montenero
La società Gesto, ha fatto richiesta del permesso di ricerca pilota Montenero, destinato a analisi superficiali del terreno per indagare la presenza o meno della risorsa nel sottosuolo, direttamente al Ministero Sviluppo Economico.
Il progetto è stato esaminato dalla Commissione per gli Idrocarburi e le Risorse Minerarie il 12/12/2012 con parere favorevole, ed attualmente è in corso di valutazione ambientale. Alla fine della VIA per la quale anche la Regione dovrà dare il suo parere, il Ministero dello sviluppo economico, se l’esito sarà positivo, rilascerà il permesso di ricerca e chiederà l’intesa con la Regione Toscana che è vincolante. Solo a seguito di questa fase potranno essere avviate le attività previste dal progetto.
La società Gesto avrebbe dovuto accompagnare queta fase con iniziative pubbliche di presentazione del progetto, cosa che non è avvenuta, piuttosto che interfacciarsi direttamente con i singoli proproietari dei terreni. Una mancanza che la Regione stigmatizza tanto più in un territorio dove la sensibilità sulla materia è alta per la presenza della geotermia tradizionale.
La Regione avvierà comunque con i Comuni toscani interessati dai permessi di ricerca (oltre una cinquantina) un percorso finalizzato alla preventiva valutazione complessiva che l’incremento delle attività di sfruttamento della risorsa geotermica può comportare dal punto di vista ambientale ed economico per garantire un utilizzo della risorsa sostenibile, con le migliori tecnologie ambientali e incentivando percorsi di sviluppo nei territori coinvolti.
Geotermia in Toscana
Il decreto legislativo 22/2010 ha liberalizzato l’attività geotermoelettrica per la media entalpia con la conseguenza che si sono moltiplicate le richieste di permessi di ricerca e si è preso in seria considerazione il possibile sviluppo della cosiddetta media entalpia e cioè la produzione di energia elettrica da temperature inferiori. Questa prefigura minori impatti ambientali grazie alle ridotte dimensioni impiantistiche delle nuove centrali e alla tecnologia a ciclo binario.
Il nuovo Piano energetico ribadisce che l’attività geotermoelettrica rappresenta una peculiarità specifica della Toscana ed è una risorsa importante per raggiungere gli obiettivi imposti dallo Stato nel 2020 che obbliga la Toscana a incrementare del 16,5% il suo fabbisogno energetico da fonti rinnovabili alimentandone lo sviluppo verso le nuove tecnologie e gli impianti a ciclo binario.
In questi giorni sarà portata in discussione la nuova proposta di Piano di indirizzo territoriale per adeguarlo al Codice del paesaggio. La questione dei permessi di ricerca geotermici e minerari (come l’estrazione della Co2 che tanta attenzione destano nei Comuni e tra la popolazione) dovrà essere affrontata soprattutto in quella sede tenendo conto dei vincoli e delle peculiarità del paesaggio toscano per minimizzare gli impatti e sprattutto per individuare, anche con l’aiuto degli strumenti del geoverno territorio, limiti localizzativi allo sviluppo della media entalpia.