GROSSETO – La presenza di stormi di storni in città continua a sollevare polemiche e a contrapporre chi propone differenti soluzioni al problema. «Le problematiche legate alla presenza di storni a Grosseto – afferma Angelo Gentili, della segreteria nazionale di Legambiente – è legata essenzialmente a fenomeni di natura diversa. Una parte di storni costituisce una piccola popolazione stanziale presente in Maremma, mentre un’altra parte più consistente è legata alla dimensione migratoria aumentata a dismisura. Anche i cambiamenti climatici determinano variazioni consistenti nelle abitudini e negli spostamenti degli storni. Infine il fatto che in altre città vengano utilizzati in modo sistematico e continuativo dissuasori determina lo spostamento in aree come quella grossetana dove si sentono più indisturbati. Lo spostamento dei volatili avviene essenzialmente all’imbrunire, quando cercano aree per il riposo con condizioni migliori di temperatura rispetto ad aree più esterne alla città».
«Occorre intervenire con metodi non cruenti per allontanare questi uccelli dalle aree cittadine, come del resto viene fatto abitualmente in numerose città italiane con risultati soddisfacenti. In particolare occorre usare dei dissuasori acustici – conclude Gentili – rivolti verso l’area nella quale sono soliti sostare gli storni, non tanto nelle ore notturne ma al crepuscolo, proprio quando cercano le aree di sosta e riposo, in modo da dissuaderli senza recare grande disturbo ai cittadini. E’ opportuno affidarsi, per un’operazione efficace, a esperti del settore che conoscono bene abitudini e comportamenti di questi animali. Anche l’utilizzo di rapaci per disturbare i volatili (come fatto dalla Provincia di Teramo) può essere un metodo che si aggiunge al precedente per ottenere in tempi rapidi lo spostamento degli storni dall’area cittadina».
Anche Mauro Leuci e Maurizio Paganelli, dell’associazione Antispecisti Grosseto concordano sull’uso di strumenti non cruenti per allontanare gli uccelli «Il problema può essere risolto con il buon senso. Basta vedere come altre città hanno affrontato lo stesso aspetto per capire che in modo semplice e poco costoso, questi uccelli possono essere allontanati. Ad esempio con il suono registrato dei rapaci (loro predatori) o con l’utilizzo del rumore di spari. Ed invece qualcuno parla dei soliti metodi inutili e crudeli. Uccidere gli animali a fucilate oppure tagliare gli alberi per impedire che questi vi si posino e, così, evitare anche il rischio di caduta rami. Vorrei chiedere alle autorità competenti quanti alberi sono caduti negli ultimi anni addosso a qualcuno? E quante auto hanno investito pedoni mentre attraversavano la strada? Sono sicuro che di persone investite con gravi conseguenze la lista è lunga. Stranamente tutti sembrano dimenticare gli aspetti positivi degli alberi che ci regalano ossigeno e quello degli storni che sono insettivori e ci liberano dagli insetti. Inoltre nessuno protesta per quell’inquinamento invisibile che causa tumori come le polveri sottili e i metalli pesanti che fuoriescono dai tubi di scappamento delle auto».