GROSSETO – «L’avviso pubblico per l’assegnazione di voucher formativi a disoccupati, ormai scaduto nel mese di ottobre 2013, era rivolto a tutti i disoccupati, inoccupati, inattivi, nonché cassaintegrati o in mobilità, purché residenti nel territorio provinciale». Così l’assessore provinciale Gianni Chelini risponde a chi, come l’associazione Striscia la Maremma, affermava che dai voucher erano state escluse le persone over 35.
«Considerato che le risorse finanziarie a disposizione, 158.000 euro complessivamente, avrebbero consentito di assegnare a circa 120 persone un voucher per la partecipare ad un corso di formazione – prosegue Chelini -, l’Assessorato e gli uffici del Servizio Formazione Professionale hanno valutato di attribuire un punteggio aggiuntivo (5 punti su 60 complessivi) a tre specifiche categorie di disoccupati: coloro sono stati licenziati nell’anno 2013 (5 punti), i lavoratori in mobilità (5 punti) e i giovani sino a 35 anni (5 punti)».
«La valutazione delle domande, condotta da un nucleo di valutatori indipendenti, cioè esterni all’Amministrazione – precisa Chelini -, punta su tre criteri di valutazione, definiti dagli organi regionali di gestione e controllo del Fondo Sociale Europeo (Comitato di Sorveglianza), incaricati di garantire l’applicazione delle norme comunitarie a tutte le operazioni di selezione a valere sulle risorse FSE. Tali criteri sono: la qualità del percorso formativo, in termini di competenze acquisite, qualifiche rilasciate, contenuti trattati, metodologie e organizzazione dell’attività; la coerenza tra il percorso che si desidera frequentare e il curriculum del richiedente, nonché la coerenza tra questo e le aspettative professionali attese e perseguite dal soggetto; l’individuazione di punteggi premianti attribuiti, in questo caso, a specifici soggetti ritenuti in maggiore difficoltà».
«La scelta di annoverare tra i soggetti in difficoltà anche i giovani al di sotto dei 35 anni è una scelta politica che ha ispirato a sua volta il Progetto Giovanisì della Regione Toscana – prosegue la Provincia -, che si avvale anche della collaborazione degli uffici provinciali per la messa in campo delle azioni formative e non sul territorio. L’Amministrazione provinciale ha inteso valorizzare, a fronte di risorse finanziarie esigue ed insufficienti a soddisfare l’ampia richiesta dei cittadini disoccupati, quei soggetti che hanno dimostrato che il corso formativo individuato avrebbe rappresentato per loro un investimento concreto e spendibile per una immediata propria occupabilità».
«La politica è chiamata a fare delle scelte – afferma l’Assessore alla Formazione Professionale Gianni Chelini – In questo caso si è ritenuto di valorizzare quei soggetti ritenuti oggi in maggiore difficoltà, come i giovani senza un lavoro, il cui tasso di disoccupazione e di inattività cresce in misura allarmante. Oltre ai cassaintegrati e ai soggetti in mobilità, anche di età avanzata, che hanno la necessità di ritrovare con urgenza un’occupazione. Dalle graduatorie provinciali delle domande di voucher, inoltre – aggiunge l’assessore – si evince che oltre il 67% delle richieste è stato finanziato per un totale di 120 vouchers assegnati su 178 domande. Fra gli assegnatari uno su quattro non è né un giovane disoccupato, né un cassaintegrato, né un soggetto in mobilità. Segno evidente che tutti i disoccupati che hanno fatto richiesta hanno avuto una possibilità di vedersi riconosciuto un voucher».
Per supportare l’utenza nell’utilizzo del voucher, l’Amministrazione provinciale mette a disposizione uno sportello informativo in fase di presentazione della domanda e in fase di conclusione dà la possibilità di chiedere un incontro esplicativo con il nucleo di valutazione per capire le motivazioni dell’eventuale esclusione, servizio molto apprezzato dai cittadini e dalle agenzie formative.