FOLLONICA – È ancora la vicenda legata al rinvio a giudizio del vicesindaco Andrea Benini a tenere banco nel dibattito politico di Follonica. In attesa di conoscere se Benini si presenterà o meno alle primarie del Pd per la scelta del candidato a sindaco, Charlie Lynn (nella foto), consigliere di opposizione e capogruppo del gruppo misto, definisce la vicenda che vede coinvolto il vicesindaco del Golfo «una storiaccia».
«Una storia – scrive Lynn – che nel 2011 fu denunciata a mezzo stampa dal dimissionato ex vice Sindaco Viviani il quale dichiarò che in giunta da mesi già si discuteva e si sapeva della questione dei consiglieri morosi incompatibili con in loro incarico».
«Anche il legale di Benini – aggiunge Lynn –, sempre a mezzo stampa, nel tentativo di derubricare il reato da rifiuto ad omissione di atti di ufficio di fatto esclude l’innocenza del suo assistito. Inoltre, qualsiasi buon amministratore, non può celarsi dietro il lavoro degli uffici comunali che comunque informarono l’erede politico della Baldi di attivare la procedura per affrontare la questione dei consiglieri morosi».
«Certo è che Benini dopo le dichiarazioni di Viviani ha avuto più di due anni per dire qualcosa sulla vicenda e spiegare alla città i motivi della sua condotta, almeno dopo Viviani, Benini “non poteva non sapere” e se non avesse saputo gli obblighi fondamentali di un presidente del consiglio ci troveremmo di fronte ad un caso di manifesta incapacità a svolgere ruoli istituzionali».
«Mentre oggi ci prepariamo ad un possibile candidato sindaco del Pd rinviato a giudizio, appaiono lontani i tempi in cui bastava un semplice avviso di garanzia per dimettersi dal proprio incarico. Anzi, oggi, sembra il contrario: se non hai problemi con la giustizia non sei nessuno. Perché, ricordiamolo, oltre al problema dei consiglieri morosi Benini è stato rinviato, insieme ad altri, anche per la vicenda ippodromo. Forse è proprio così visto che pare che il Pd non riesca a candidare nessuno che non abbia problemi con la giustizia.
Lynn chiede anche perché la città e il consiglio comunale non sono stati informati della vicenda visto che «il rinvio a giudizio è stato notificato prima di Natale».