GROSSETO – Dopo gli eventi di questi ultimi giorni in tema di predazione, anche la Confederazione italiana agricoltori di Grosseto prede posizione: «la Cia sta con Marras e Madrucci, a cui va tutta la nostra solidarietà – spiega il presidente Enrico Rabazzi -. Negli ultimi giorni sono state ritrovate sei carcasse di lupi, o presunti tali, uccisi in Maremma. Se tale atto non è legittimo e quindi da condannare, la prima domanda che ci poniamo è come mai la gente sia costretta a farsi giustizia da sola. Sicuramente per una carenza dello Stato che non riesce a dare risposte adeguate al fenomeno della predazione dei greggi. Perché se escludiamo la buona volontà degli attori locali cui va un sentito ringraziamento, nulla è stato fatto dal 1994 a oggi, anno in cui si sono verificati i primi episodi di tale fenomeno».
«Come Presidente della Cia di Grosseto, chiedo alla politica di assumere posizioni chiare, come hanno fatto la Provincia e l’Asl, pur esponendosi a critiche – prosegue Rabazzi -. Si sta mettendo a rischio un territorio dal punto di vista ambientale, ormai indirizzato verso l’abbandono con gravi conseguenze dal punto di vista idrogeologico. Altra riflessione sui cani ibridi e randagi, come giustamente ha affermato Madrucci, è che la legge 281 non ha dato i risultati attesi ed è legittimo porsi il dilemma se sia giusto proseguire su questo percorso o no, per evitare di buttare via risorse importanti. Credo che la crisi nazionale, ancor prima di essere una crisi economica, rappresenti una crisi di valori, di senso della misura ormai perso, di estremismi e tutto ciò porta a mettere in secondo piano il lavoro nobile dei pastori rispetto a un ibrido o lupo che sia».
«Come Confederazione siamo rispettosi di posizioni contrarie alla nostra, ma ugualmente esigiamo rispetto per le nostre idee e per il lavoro prezioso dei pastori. – aggiunge Rabazzi -. Talvolta fare delle scelte può sembrare duro, ma è tanto più assurdo continuare a spendere milioni di euro per i randagi. E’ comprensibile il sentimento per i cani abbandonati, ma non lo è per gli ibridi che rappresentano una minaccia, sia per il lupo sia per le pecore. Una volta catturati è mantenuti a vita in gabbie, ovviamente mai nessuno li adotterà».
«Fino a poco tempo fa gli animalisti della Lav, e non solo, affermavano che gli attacchi erano dei cani dei pastori o dei cacciatori abbandonati, e se così fosse stato noi, chiedemmo la possibilità di andare a catturarli. Poi si scopre con il tempo che a far danno sono anche gli ibridi, oggi si trovano le carcasse e si afferma che siano lupi: ma non si diceva che i lupi non c’erano ed esistevano solo nelle favole? – conclude Rabazzi – Forse la loro consistenza è sottostimata e la presenza di lupi e ibridi è molto più alta di ciò che era stato affermato in passato. Dobbiamo attribuire la giusta dimensione alle cose e ai fatti e dobbiamo urgentemente porre fine a questo massacro delle greggi. L’auspicio della Confederazione italiana agricoltori di Grosseto è quello di trovare soluzioni rigide in tempi brevi e si faccia ciò che non si è fatto in venti anni»