di Daniele Reali
GROSSETO – Il via libera della Camera dei deputati è arrivato ieri sera. Adesso manca solo il passaggio in Senato, ma la riforma delle province con il disegno di legge che era in discussione in parlamento, approvato a larga maggioranza a Montecitorio, sembra ormai cosa fatta.
Una riforma che di fatto “cancella” le elezioni per le 52 province che sarebbero tornate alle urne nella prossima primavera e per le altre 20 che sono state già commissariate. Tra queste anche quella di Grosseto: il “ddl” trasforma i consigli provinciali in assemblea dei sindaci e per questo non ci sarà più bisogno di eleggere con il voto presidente e consiglieri.
Un provvedimento che dunque abolisce soltanto la parte “politica” delle province e istituisce 9 città metropolitane tra cui in Toscana quella di Firenze. L’idea di fondo della legge infatti è quella di risparmiare le indennità di presidenti, assessori e consiglieri. Con questo nuovo assetto saranno direttamente i sindaci a titolo gratuito comporre il consiglio e ad eleggere tra loro un presidente.
Con il disegno di legge voluto dal ministro per gli affari regionali Graziano Del Rio le province saranno riorganizzate anche in termini di area vasta, ma le critiche non sono mancate sopratutto dal presidente dell’Upi (Unione province italiane) Antonio Saitta che ha già annunciato la presentazione di un ricorso contro il ddl.
Di sicuro, perché il provvedimento è stato previsto anche nella legge di stabilità, le 52 province a scadenza di mandato non torneranno al voto. Anche Grosseto sarà quindi affidata ad un commissario che dovrà traghettare la provincia per il periodo di transizione e di applicazione della riforma. Secondo alcune fonti potrebbe durare anche due anni, mentre secondo alcuni potrebbe anche avere una durata incerta e indeterminata come spesso accade per i periodi transitori e provvisori in Italia. E la Maremma intanto perde un altro punto di riferimento.