di Lorenzo Falconi
GROSSETO – Era l’uomo più atteso e dopo la nomina da parte del tribunale di Grosseto, in molti attendevano al varco il commissario, colui che in pratica deve tentare di salvare la ex Mabro. Giampiero Russotto si è presentato per la prima volta alle maestranze e ovviamente non sono mancate le prime reazioni a margine dell’incontro. Le spaccature in seno all’azienda sono ancora una volta venute fuori, segno evidente che l’armonia tra i dipendenti, riuniti nella stessa stanza dopo diversi mesi, non è ancora tornata.
Preoccupa un po’ quindi, questo tipo di divisione interna che è ormai conclamata da tempo, anche per questioni di appetibilità da parte di possibili acquirenti. In casa Rsu, di sponda Cgil, ad esempio, c’è delusione e perplessità per il quadro esposto da Russotto: «La nostra convinzione, che resta attuale, è quella di tornare a lavorare e quindi riprendere la produzione – spiegano -, sappiamo che c’è lavoro e quindi attendevamo parole diverse da quelle pronunciate dal commissario. La Prodi bis non è automatica come sostenuto da chi, probabilmente, è più esperto in fallimenti».
Su una linea differente si dispone invece il sindacato di Cisl e Uil che appare più collaborativo: «Abbiamo ascoltato con molto interesse le parole del commissario ministeriale che ha la nostra fiducia per il ruolo che attualmente ricopre – osservano -. Al momento non abbiamo elementi sufficienti per esprimere un giudizio, ma siamo disposti a collaborare per salvare la Mabro».