di Lorenzo Falconi
GROSSETO – Il primo giorno in fabbrica di Giampiero Russotto (nella foto), il commercialista pratese nominato commissario nella vicenda Abbigliamento Grosseto, non ha toni entusiastici, ma la consapevolezza di una realtà difficile come quella della ex Mabro. Non c’è tempo da perdere e non ne fa mistero il commissario: «L’azienda deve essere messa sul mercato in tempi velocissimi – spiega Russotto -, perché non può restare senza lavoro, così come i lavoratori. Al momento però, l’unica strada percorribile è questa, un risanamento per linea interna è da escludere». Russotto, quindi, taglia corto e il motivo della scelta risiede nei numeri: «Nel 2013 l’azienda, per ottenere 1,8 milioni di fatturato, ne ha persi 2,5 – osserva -, la situazione è sotto gli occhi di tutti e l’impressione è che siamo arrivati tardi, due anni e mezzo fa sarebbe stato molto meglio. Ai lavoratori chiedo di tener duro per un altro mese, hanno sofferto anche troppo, ma è l’ultimo sforzo sperando che ci sia un compratore qualificato. In questo momento abbiamo bisogno di proposte serie».
Una situazione che secondo il commissario, quindi, non lascia spazio a molte interpretazioni, si procederà per gradi e in tempi rapidi. L’advisor per il tentativo di cessione dell’azienda è già stato individuato in Riccardo Bonivento, ora restano da attendere i tempi tecnici per delineare il perimetro aziendale, poi entro fine gennaio si arriverà alla pubblicazione di un bando di vendita. «Occorre aspettare i compratori alla resa dei conti – precisa ancora Russotto -, quindi in questo momento non posso sbilanciarmi. L’aspetto positivo risiede nella manifestazione verbale d’interesse da parte di alcuni soggetti, significa che la fabbrica proprio da buttare non è. In questa fase però, l’azienda perde sia che stia ferma, sia che agisca come nell’ultimo periodo, occorre ricollocarla, è l’unica via percorribile».
Intanto in azienda, si protrae il clima di divisione tra i lavoratori che si sono ritrovati fianco a fianco in assemblea, da una parte chi ha lottato con lo sciopero, dall’altra chi ha prestato lavoro in azienda. Anche su questo punto Russotto non ha dubbi: «Occorre collaborazione di intenti, soltanto così si possono trovare acquirenti».