di Barbara Farnetani
GROSSETO – «Le tasse non le paghiamo!» È un grido unico, quello del corteo che dalla stazione di Grosseto è giunto sino a piazza Dante. Un corteo contro le tasse, contro la disoccupazione, contro la crisi che non sembra avere fine. Una manifestazione simile a quella che, sempre oggi, si sta svolgendo nelle principali città italiane. «Non siamo il movimento dei forconi – precisa Giovanni Ancilli, uno dei coordinatori – qui non ci sono partiti o movimenti politici, siamo un gruppo di persone libere, apolitiche al 100%».
Il malumore si concentra contro il comune, visto come rappresentante di quelle istituzioni che sempre più vengono sentite come nemiche. «Sindaco la Tares non la paghiamo» grida una donna. Poi Emilio Bonifazi scende a parlare con i manifestanti e a calmare gli animi «La situazione negli enti locali è difficile» esordisce invitando i rappresentanti a salire. I manifestanti però non vogliono dividersi vogliono poter dire la loro di persona e con la propria bocca. Il sindaco allora resta in piazza «Una parte dei soldi dell’Imu va a Roma, su 32 milioni se ne vanno 12». «Allora sindaco non glieli diamo più i soldi allo Stato» protestano ancora. Poi Bonifazi ricorda l’incontro di mercoledì con l’assessore Giancarlo Tei e il vicesindaco Paolo Borghi per parlare della crisi con imprenditori e commercianti.
«Noi ci crediamo nelle istituzioni – prosegue Ancilli – fanno parte del popolo italiano, e saremo i primi a fermare i facinorosi. Ma non ce la facciamo più. Non si può più spremere un limone già spremuto: non dà più succo. Il sistema italiano non va più bene, l’Europa ci sta mangiando tutto. Noi non ce l’abbiamo con il sindaco, ce l’abbiamo con lo Stato che lui qui rappresenta». Quanto poi alle adesioni al corteo Ancilli precisa «Siamo profondamente dispiaciuti che in molti siano restati a casa, comunque, conoscendo Grosseto, siamo soddisfatti. Potevamo bloccare l’Aurelia ma non l’abbiamo fatto per rispetto dei concittadini». L’intento dei manifestanti e di continuare a presidiare la piazza, magari dandosi il cambio, anche per i prossimi giorni.
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