di Barbara Farnetani
GROSSETO – Solo alle 22.26, 45 minuti dopo l’impatto, il comandante Francesco Schettino avrebbe ammesso di avere una falla a bordo e che la nave stava imbarcando acqua. È quanto emerge dal racconto del capitano Gregorio De Falco della capitaneria di porto di Livorno, che questa mattina ha reso una lunga testimonianza nell’aula allestita al teatro Moderno di Grosseto dove viene processato il comandante della Concordia.
Quella di De Falco è stata una deposizione fiume, in cui ha ricostruito ogni singolo momento di quella lunga notte dal momento in cui fu avvisata la capitaneria. Sono state fatte ascoltare decine di telefonate intercorse tra il capitano e il comandante, anche la celebre conversazione in cui De Falco intimava al comandante di tornare a bordo e sul perché avesse abbandonato la nave con ancora oltre 100 persone a bordo.
«Abbiamo avuto contezza della situazione solo alle 22.39 – ha detto De Falco – quando una motovedetta giunta sotto la nave ha raccontato di gente che si lasciava cadere in mare» De Falco ha raccontato anche di come i Carabinieri di Prato li avessero chiamati perché i parenti di alcuni passeggeri parlavano qualcosa che non andava, con mobili e suppellettili che cadevano. De Falco ha parlato di Schettino come della massima autorità sulla nave, e di come il comandante abbia «perso tempo prezioso per l’abbandono della nave».