GROSSETO – Si è conclusa all’hotel Granduca, con la proclamazione dei vincitori, l’edizione 2013 di “Grosseto scrive”, il premio letterario promosso dalla Fondazione Grosseto Cultura. La giuria era formata da Anna Rita Borelli dirigente scolastico presso il polo liceale “Aldi”, Luciano Bigi studente, Anna Rosa Del Corona poetessa, Roberta Lepri scrittrice, Eugenia Ocello professoressa e presidente associazione storico critico letteraria sezione Grosseto, Pietro Pettini architetto e presidente dell’ordine degli architetti di Grosseto, Angela Tozzi studentessa.
Per la sezione poesia il primo premio è andato a Lorella Ronconi per la raccolta “Je roule. Poesie” con la seguente motivazione: “Con parole sia aspre, sia tenere e vibranti, la poetessa esprime emozioni, sentimenti, rabbia, in un iter sofferto tra sogno e amara realtà. La poesia diviene strumento di conoscenza di sé, nella consapevolazza della propria identità” In questa sezione sono stati segnalati dalla giuria Giulio Gasperini con “Patologia” e Vera Giommoni “Semi bio logici”.
Per la sezione racconto il primo premio è andato a Luciana Bellini per il suo lavoro “Il mestiere finito” con la seguente motivazione: “L’aspetto più caratteristico è il linguaggio: l’autrice usa in modo divertente ed efficace il vernacolo con risultati brillanti. Presenta così con ironia e apparente leggerezza temi e problemi molto seri, anche se non nuovi, come la questione femminile, i problemi dell’agricoltura eccetera. I giudizi, anche molto severi e graffianti nei confronti di una struttura sociale ingiusta e maschilista, sono espressi in maniera gioiosa e gradevole”. In questa sezione sono stati segnalati dalla giuria Silvano Polvani con “Come era rossa la mia terra” e Irene Blundo con “Bianciardi come era a Grosseto. Incontro con Isaia Vitali”.
Per la sezione romanzi il primo premio è andato ad Alessandro Angeli per “La lingua dei fossi” con la seguente motivazione: “Vita e morte del brigante Tiburzi descritta, tra mito e realtà dalla voce narrante del compagno di macchia Luciano Fioravanti. Argomento più volte trattato dagli scrittori, icona leggendaria della gente di Maremma, qui Tiburzi è rivisitato con linguaggio insieme nuovo e antico, scorrevole e convincente”. In questa sezione la giuria ha segnalato Fulvia Perillo con “Volevo un fante di cuori” e Ivan Beneventi con “Cronaca di un’utopia”.
Per la sezione saggi il primo premio è andato a Giacomo Pacini con “Il cuore occulto del potere” con la seguente motivazione “Il saggio, attraverso un’accurata ricerca delle fonti e dei documenti, ricostruisce la figura di Federico Umberto D’Amato nel contesto dell’attività dell’Ufficio Affari Riservati del Viminale, fornendo un’interessante analisi dei gravi problemi degli anni di piombo e del periodo della cosiddetta strategia della tensione. Lo stile è scorrevole e capace di appassionare il lettore.” Segnalati in questa sezione Enrica Maderna con “Medichesse: la vocazione femminile alla cura” e Mariella Groppi con “Una maestra a spasso nel tempo”.