a cura di Giulia Carri
CALGARY – Valentina Biondi, 33 anni è originaria del Bivio di Ravi. E’ ingegnere chimico in Saipem S.P.A e da un anno si trova a Calgary, in Canada. Valentina è anche una lettrice del nostro giornale e questo ci rende particolarmente felici nel raccontare la sua storia.
Perché sei in Canada?
“Sono a Calgary per lavoro. Il lavoro che faccio si svolge spesso all’estero. Mi sono laureata nel 2006 in Ingegneria chimica a Pisa, ho lavorato per diverse società per circa un anno, poi nel 2008 mi hanno chiamata in Eni e mi sono trasferita a Milano dove tutt’ora lavoro e vivo quando sono in Italia”
Quale è il tuo ruolo professionale?
“Tecnicamente mi occupo di loss prevention. In pratica nello sviluppo dell’impianto chimico cerco di prevenire i rischi associati a possibili esplosioni, incendi e rilasci di sostanze tossiche. “
E’ la prima volta che lavori e vivi all’estero?
“No, lo scorso anno ho lavorato per un po’ in Polonia. Paese molto bello, Varsavia è meravigliosa, ma ancora in fase di sviluppo nelle zone rurali. Al ritorno dalla Polonia mi hanno proposto di partire per un lavoro di un anno in Canada. Fortunatamente, nello stesso periodo al mio compagno hanno offerto un contratto per un anno in Arabia Saudita dove non avrei potuto seguirlo, quindi sono partita. Entrambi stiamo condividendo questa esperienza molto forte.”
Ti piace il Canada?
“La natura è imponente e splendida. Fa molto freddo, ma le città sono preparate e organizzate per tale clima e tutto si svolge regolarmente anche a meno 16°C. Quello che mi ha più colpita è la sicurezza di questa città. Calgary, sebbene abbia quasi un milione di abitanti, non ha criminalità. Non ho mai avvertito il pericolo né ho mai sentito parlare di scippi o aggressioni. So che quando tornerò in Italia, riabituarmi al nostro tasso di delinquenza, non sarà facile.”
E a livello personale? Come ti sei trovata?
“I canadesi sono molto gentili e affabili, ma integrarsi non è semplice. Ci sono molte comunità straniere e sebbene il luogo di lavoro sia multietnico difficilmente si trascorre insieme il tempo libero. Poi la distanza dalla famiglia, dal mio compagno e le 9 ore di fuso orario non sono state semplici da gestire… ma ce l’ho fatta e finora è comunque stata un’ esperienza bella. La cosa piacevole nella difficoltà è che per vedere il mio fidanzato dobbiamo viaggiare, quindi abbiamo viaggiato un po’ incontrandoci nel mondo! ”
La tua base italiana è da anni Milano, da lì torni spesso in Maremma? Quanto ti senti maremmana?
“Molto, quando sono in Italia torno un fine settimana si ed uno no. Tutta la mia famiglia è lì ed il mio compagno, che è di Bergamo, si è innamorato della nostra terra, quindi ci facciamo dei weekend molto belli a casa.”
Cosa ti manca?
“Mare e cibo. I nostri paesaggi, i colori. Ogni volta che parlo della Maremma racconto la sua bellezza. Faccio del mio meglio per promuoverla, perché veniamo da un posto così bello che merita di essere conosciuto.”
Cambieresti qualcosa della Maremma?
“Non cambierei nulla, preserverei e valorizzerei di più. Vivendo qua ho compreso ancora di più il tesoro che è la nostra terra. Mi chiedo perché gli altri paesi riescano a valorizzare e vivere al meglio risorse e patrimoni che valgono un quinto delle nostre. Vorrei che le amministrazioni lavorassero per potenziare la ruralità del nostro territorio, il suo essere selvaggio, senza stravolgerla per correre dietro ad un tipo di turismo che forse non va bene per noi.”