FOLLONICA – A 150 miglia dall’arrivo, dopo oltre 4.000 di navigazione, dobbiamo ancora attendere il nome del vincitore di questa Transat. Benoit Marié e Giancarlo Pedote (adesso 2° con 8 miglia di ritardo) sono perfettamente in rotta: sembrano due ciclisti sul vialone finale della corsa in pieno sprint. Solo che lì, in mare, questo sprint è ancora lungo 280 chilometri. L’arrivo a Point a Peitre (Guadalupe) è stimato tra circa 8-10 ore.
Inutili altri commenti: i due contendenti si sono allenati assieme a Lorient (Bretagna) da oltre un anno, si conoscono bene, sono amici. Entrambi navigano con gloriosi prototipi, già vincitori nella Transat 2009 (quello di Marié) e del 2011 (quello di Pedote). Erano tra i pochissimi favoriti, hanno rispettato il pronostico dominando tutta la regata.
Certo, Pedote è stato al comando per oltre l’80% del percorso e rischia di pesare fin troppo l’incredibile annullamento della prima tratta (conclusa per primo con 5 ore di vantaggio proprio su Marié). Ma chiunque dei due vinca, attenderà l’altro per bere assieme il typunch, cocktail tipico dell’isola: il sapore amaro della sconfitta sarà mitigato perché il vincitore è un amico ed un grande velista. Questo è lo spirito della Transat, una regata unica in tutti i sensi nel mondo della vela.