di Barbara Farnetani
MASSA MARITTIMA – «Sono disperata» lo dice piangendo sommessamente. «In casa abbiamo 10 gradi, stiamo in cucina con il cappotto». La storia che questa donna ci ha voluto raccontare parla della vicenda straziante di una madre che cerca di crescere la propria figlia nonostante tutto. Una donna che ha deciso di fare lo “sciopero del silenzio” come ha scritto ai propri amici “tu hai voce – ha scritto – io non parlo più” delle difficoltà della vita “dopo la denuncia”. «Io e mio marito siamo separati da tempo, ma vivevamo ancora assieme perché io non ho mezzi. Poi a giugno lui mi ha ripetutamente minacciato e ho sporto denuncia». L’uomo è stato allontanato da casa e tutt’ora non può avvicinarsi a Massa Marittima. In casa sono rimaste la moglie e la figlia di 12 anni. Un affitto lo ha pagato lui, l’altro l’avvocato. Da allora più nulla. «Sono indietro con l’affitto da mesi – afferma – il padrone di casa è fin troppo paziente. Questa estate sono andata in piazza a chiedere l’elemosina per pagare la bolletta dell’Enel. Adesso ci hanno tagliato anche il gas. Sono stata per 8-9 giorni senza poter cucinare a mia figlia neppure un piatto di pasta. Adesso un amico mi ha dato un fornelletto da campo con la bombola del gas e posso cucinare la pasta del pacco della Caritas. Ma non ci sono riscaldamenti. In casa ci sono 10 gradi. La mattina quando mia figlia si sveglia mette il cappotto e viene in cucina, poi l’accompagno a scuola a piedi. Per fortuna è vicina».
«Io so che non ci sono soldi, e che le istituzioni stanno facendo quello che possono – prosegue – ma io ho bisogno di trovare un lavoro per mantenere dignitosamente mia figlia. Così non ho nulla da offrirle se non un po’ di coccole quando andiamo a letto la sera, presto perché in casa fa freddo. Il padre è pensionato e non ci da nulla, e io vivo nel terrore che lui ritorni. Quando ho detto dei riscaldamenti ha risposto che neppure lui li ha. Questa estate ho fatto ogni genere di lavoro, anche a 3-5 euro l’ora. Non mi importa cosa devo fare, basta lavorare. Purtroppo mio marito ha preso l’auto e quindi sono a piedi, vado a prendere il pacco della Caritas con la carriola, ma se poi non ho il gas per cuocerla a cosa serve? Se qualcuno, qualche privato potesse aiutarci, darmi un lavoro. L’affitto costa 350 euro al mese, ma a me andrebbe bene anche una casa più piccola, voglio poter ripartire e uscire da questa situazione di stallo in cui mi trovo. Sono stanca, stanca di non poter offrire nulla a mia figlia».
AGGIORNAMENTO – Dopo che abbiamo scritto questo pezzo sono state tante le persone che ci hanno chiamato chiedendoci come possono aiutare questa mamma e sua figlia. Magari donando qualcosa. Per andare verso la massima trasparenza abbiamo contattato la Caritas diocesana che ha messo a disposizione un conto corrente e poi si farà tramite per consegnare il denaro. Questo l’Iban: IT 39 C 050 34 14 3 000 000 000 00 818. Trattandosi di un conto che la Caritas usa anche per altre emergenze, è necessario mettere nella causale per la “Mamma di Massa Marittima”. Su questo conto non c’è da pagare alcuna commissione alla banca.