di Barbara Farnetani
GROSSETO – Fu lei, Jacqueline Abbad a dare l’annuncio ai passeggeri di stare tranquilli e tornare alle proprie cabine, che si trattava solo di un guasto tecnico. È l’assistente peruviana del direttore di crociera il primo teste di oggi nel processo della Concordia. Con lei sono stati sentiti Francesco Anziani, direttore di macchina della Concordia, Michele Ortolani, Alessandro Di Lena (ufficiale all’ambiente) e Francesco Raccomandato, il cruise director della Concordia.
La donna ha affermato di aver avuto ordine di dire di rientrare in cabina dal proprio capo, Raccomandato, che ha smentito e a sua volta disse di mantenere la calma e «recarsi alle master station al ponte 4 e seguire le istruzioni del personale» raccontando di aver avuto l’ordine direttamente dal comandante Francesco Schettino. L’avvocato del comandante, Domenico Pepe in una pausa del processo ha poi negato che il comandante abbia mai dato «l’ordine di rientrare nelle cabine».
Abbad ha raccontato le fasi drammatiche del naufragio l’abbandono nave dato dopo un’ora dall’urto «ma ormai era troppo tardi». La gente, ricorda Abbad, si era diretta alle lance ma il personale non apriva i cancelli perché non erano arrivati ordini in tal senso. Abbad ha raccontato che i dipendenti hanno fatto una catena umana per aiutare i passeggeri ad arrivare alle scialuppe e di aver aiutato alcuni bambini che nella confusione avevano perso i genitori.
Notizia in aggiornamento