a cura di Daniela Belloni
GROSSETO – L’agricoltura non è solo conservazione del territorio, cura di paesaggi e servizi al turismo, ma è anche sana alimentazione. La nutrizione, infatti, è stata il fulcro del convegno organizzato da AMA, Associazione Maremmana Aloe, che si è svolto presso la sala conferenze della sede di Coldiretti a Grosseto.
Da diversi anni, AMA, si occupa di dieta intesa come stile di vita, ovvero attività fisica ed alimentazione basata su frutta, verdura, legumi, cereali e fibre, quali elementi utili all’organismo per il benessere fisico e per migliorare la qualità della vita.
L’evento, realizzato in collaborazione con la federazione provinciale Coldiretti, si è aperto con i saluti di Giuseppe Favilli, presidente di AMA e di Francesco Viaggi, presidente di Coldiretti Grosseto, a cui è seguita la presentazione del libro “Ipertensione – prevenire e curare con il cibo”, scritto da Paolo Giordo, medico omeopata, fitoterapeuta e nutrizionista. E’ stata quindi occasione per affrontare la parola alimentazione, non solo come cibo ma anche come metodo di prevenzione da eventuali malattie, che possono essere causate da abitudini alimentari poco corrette.
Massimo Rinaldi, medico agopuntore, specializzato in chirurgia oncologica e Rosaria Ferreri, medico omeopata, fitoterapeuta e nutrizionista, hanno poi sottolineato l’importanza non solo di acqua, ma anche di fibre, frutta e verdura all’interno della dieta quotidiana, secondo un punto di vista medico.
Il convegno è stato un momento anche per dare una definizione più cristiana dell’alimentazione, con l’intervento di Padre Stefano del monastero di Siloe, dove i frati benedettini affrontano il tema del rapportarsi al cibo in maniera più ampia, come qualcosa di fisico ma anche di spirituale, abbinando ai pasti la lettura, perché in questo modo si possa nutrire sia lo spirito che il corpo.
E’ con l’intervento di Giorgio Pernisco, fiduciario slow-food di Grosseto, che è stato affrontato il tema dei prodotti locali di qualità, in aggiunta alla sana nutrizione, perché il nostro territorio è diventato un patrimonio di grande valore, caratterizzato anche da una cucina tipica “povera”, ma ricca di verdure e che è diventata una salutare opera del gusto di fama mondiale e di grande attrazione turistica.