FIRENZE – Violenze e abusi nei confronti delle donne, un fenomeno purtroppo in aumento ma che, grazie soprattutto al coraggio di un numero sempre maggiore di vittime che decidono di venire allo scoperto, ogni anno che passa ha contorni sempre più definiti. Il V Rapporto sulla violenza di genere in Toscana conferma la tendenza delle precedenti edizioni: aumentano gli accessi ai centri antiviolenza sebbene resti ancora troppo alto il ‘sommerso’. Un altro dato da mettere in evidenza è il numero crescente di donne italiane che si rivolgono ai centri.
La ricerca, curata e coordinata da Valentina Pedani e Daniela Bagattini e promossa dalla Regione attraverso l’Osservatorio Sociale Regionale, è stata presentata oggi a Palazzo Strozzi Sacrati a Firenze, a pochi giorni dalle celebrazioni della giornata internazionale contro la violenza di genere che cade ogni anno il 25 novembre. Per la Regione è intervenuto l’assessore al welfare Salvatore Allocca.
“In Italia – ha spiegato Allocca – siamo l’unica Regione ad aver attivato un osservatorio sul fenomeno. E tante Regioni ci chiedono informazioni sul lavoro che stiamo facendo. In effetti in Italia manca una fonte ufficiale sul fenomeno che, a giudicare dai dati che abbiamo raccolto sul territorio, sembra voler uscire allo scoperto. Le donne insomma stanno sempre più acquistando consapevolezza del fatto di trovarsi all’interno di una situazione pericolosa e vogliono uscirne. E grazie alla rete di centri antiviolenza, consultori e pronto soccorso con Codice rosa la Toscana ha deciso di aiutarle. Sempre a livello nazionale – ha concluso l’assessore – è stata da poco approvata la legge che però mette l’accento soprattutto sulla repressione, mentre invece è fondamentale lavorare sulla prevenzione, da quella primaria fino agli interventi salva vita. E la Toscana ci sta provando”. L’assessore ha poi ricordato brevemente l’appuntamento di martedì prossimo, 26 novembre, a Pisa (vedi programma allegato), con un convegno dedicato al tema.
Tutti i numeri del rapporto – Dal 1 luglio 2009 al 30 giugno 2013 si sono rivolte ai 20 Centri antiviolenza toscani 8.218 donne, un dato che è via via cresciuto: 1.725 (2009-2010), 1.860 (2010-2011), 1.983 (2011-2012), 2.424 (2012-2013).
Dalla prima rilevazione (2009-2010) il numero di accessi è aumentato di circa il 42%. Tuttavia la variazione percentuale più importante (+23%) c’è stata nell’ultimo periodo (rispetto al precedente). E, come anticipato, il contributo maggiore è arrivato dalle donne italiane (la percentuale di quelle straniere, nei quattro anni, è pressochè rimasta invariata).
Le caratteristiche dell’utente medio sono piuttosto diverse tra italiane e straniere. Riguardo alle prime, hanno tra 30 e 49 anni, un titolo di studio medio-alto, un’occupazione stabile e più di 4 su 10 sono sposate; in aumento impiegate e libere professioniste. Le seconde invece hanno, per la maggior parte, sotto i 40 anni, non hanno un’occupazione stabile, quasi 6 su 10 sono sposate e il 43% convive ma non ha un reddito fisso.
L’aggressore in 6 casi su 10 è il partner, in 2 su 10 è l’ex partner. Violenza economica, psicologica e fisica sono tipi di violenza che avvengono soprattutto tra le mura domestiche, con percentuali ancora più elevate tra le utenti straniere. La violenza sessuale è perpetrata dal partner per il 51,4% delle italiane che ne parlano e per il 68,5% delle donne straniere. Quasi un quarto delle italiane che ha dichiarato di aver subito violenza sessuale l’ha subita da un parente. Lo stalking si conferma violenza tipica dell’ex partner, anche se le donne straniere lo subiscono anche da quello attuale.
Un dato preoccupante: nel 61% dei casi i bambini assistono alle violenze. Dal 1 luglio 2010 al 30 giugno 2013 quasi 6 mila ragazzi hanno visto le proprie madri vittime di un sopruso ‘consumato’ soprattutto tra le mura domestiche. Di questi, 4.322 sono minorenni.
Il sistema toscano di intervento, oltre ai 20 Centri antiviolenza, comprende anche 53 sportelli di ascolto e 10 case rifugio con 75 posti letto/nucleo (1 ogni 49 mila abitanti circa: le raccomandazioni internazionali ne richiedono almeno 1 ogni 10 mila; la media nazionale è di 1 ogni 120 mila). La mappa georeferenziata delle strutture suddivise per tipologia.
Il rapporto inoltre analizza gli accessi ai consultori nell’area abuso e maltrattamento (3.400 tra il 2009 e il 2012) e i casi di femicidio (28 dal 1 luglio 2009 al 30 giugno 2013).