di Barbara Farnetani
GROSSETO – Aumenta la percentuale di italiani che ricorre alla Caritas e diminuisce quella degli stranieri: gli italiani sono infatti passati da 29,8% a 43,5% con un balzo di oltre 13 punti percentuali. È questo uno dei dati più significativi che emerge dal dossier Caritas 2013 sulle povertà. La gente, sempre più spesso, non solo usufruisce di quei servizi classici, come la mensa, gli abiti, il servizio doccia, ma anche di prestiti e micro-credito, o servizi rivolti appositamente alle famiglie. È sempre più un utente “normale” quello che accede ai servizi Caritas. Non più clochard o senza tetto, ma famiglie, gente che sino a ieri conduceva una vita come tante, e che da un giorno all’altro, magari a causa della perdita del lavoro, si ritrova a non riuscire più a pagare le bollette o arrivare a fine mese. È per questo che la Caritas ha diversificato i campi di azione, in primis con il micro-credito, prestiti tra i 500 e i 6 mila euro (da restituite in 12 mesi) a cui si affianca una sorta di tutor che aiuta la famiglia ad uscire dalla difficoltà. Tra coloro che hanno usufruito del servizio anche un’azienda, che grazie ad un prestito di 25 mila euro è riuscita ad uscire dalla crisi.
Poi le famiglie per le famiglie: famiglie meno in difficoltà si mettono in campo per aiutare quelle meno fortunate un progetto per cui la Caritas di grosseto è capofila in Italia. L’intento è quello di non lasciare nessuno da solo. L’Emporio della solidarietà: un vero negozio dove anche chi ha meno possibilità può scegliere cosa mangiare e portare a casa. Infine l’emergenza casa: troppa gente non riesce più a pagare l’affitto rischiando lo sfratto. La Caritas, anche grazie alla collaborazione con Unicoop Tirreno, ha messo a disposizione quattro appartamenti, oltre ad accordi con L’Epg.
Lo scorso anno sono stati 37.478 gli accessi alla Caritas con una media di 43 persone che hanno usufruito del pranzo alla mensa e 32 della cena. 20 persone al giorno hanno chiesto vestiti e 8,5 i pacchi viveri, 3,9 le visite mediche. Esclusi il servizio barba e doccia, che sono in calo il resto è tutto in forte aumento con picchi che arrivano al più 15,8%. un dato che è difficile leggere, ma che potrebbe essere interpretato nel senso che sempre più gente che ha una casa propria si trova costretto a farsi aiutare dalla Caritas per sopravvivere.
SERVIZIO EROGATO | TOTALE UTENTI 2012 | MEDIA GIORNALIERA | Variaz % rispetto al 2008 |
Pranzo | 15.477 | 43 | +15,5 |
Cena | 7298 | 32,1 | +11,9 |
Indumenti | 5698 | 20,1 | +15,8 |
Doccia | 3926 | 13,9 | -8,8 |
Intimo | 3067 | 10,9 | +1 |
Barba | 1312 | 4,9 | -19,2 |
Pacchi viveri | 434 | 8,5 | – |
Visite mediche | 266 | 3,9 | – |
Totale | 37.478 | +10,9 |
Accanto ai servizi più materiali c’è l’attività dei Centri di ascolto delle parrocchie, una sorta di prima accoglienza per chi ha bisogno. «La carità e la fede senza le opere non è nulla – afferma il vescovo della Diocesi di Grosseto Rodolfo Cetoloni – qui c’è una Caritas legata al fare, per cui sono importanti le fonti economiche, ma i soldi senza le persone non bastano, quello che conta sono i volontari: la Caritas deve essere gli occhi e il cuore della chiesa».
Nel 2012 | Nel 2011 | |
Persone ascoltate | 922 | 849 |
Stranieri | 56,5% | 70,2% |
Italiani | 43,5% | 29,8% |
Donne | 65,3% | 65,7% |
Utenti tra 25 e 45 anni | 43,2 | 43,8% |
Utenti fra i 45 e i 64 anni | 45,1% | 43,6% |
Utenti under 25 anni | 3,1% | 3,9% |
Gli italiani over 65 anni | 17,2% | 17,6% |
Età media utenti | 46 | 46 |
Senza un alloggio | 2,8% | 3,2% |
Vive in alloggi di fortuna | 8,8% | 7,9% |
Vive in casa di proprietà | 5,7% | 5,9% |
Vive in casa popolare* | 7,4% | 8% |
Italiani in affitto | 35,7% | 29,2% |
Stranieri in affitto | 52,2% | 46,8% |
Italiani con licenza media | 72,6% | 67,1% |
Stranieri con licenza media | 48% | 47,8% |
Italiani con diploma | 13,2% | 18,1% |
Stranieri con diploma | 33,8% | 34,7% |
Utenti disoccupati | 56,4% | 52,3% |
Italiani | 45,4% | 39% |
Stranieri | 54,9 | 61,7% |
Pensionati (italiani) | 8% | 9,6% |
«Le persone – ha detto Don Enzo Capitani (nella foto sopra) – non hanno bisogno solo di un pezzo di pane, ma di nutrirsi di senso, di relazione. Bisogna rompere il cerchio della solitudine, tutti possiamo avere bisogno. La solitudine è la prima emergenza che si trasforma in una marginalità di rapporti». «L’aumento delle persone aiutate – precisa Luca Grandi – è anche frutto dell’aumento dei centri di ascolto. Non si può parlare più solo della povertà ma delle povertà. I servizi sono tutti gestiti da volontari, anche la consulenza legale. Per quanto riguarda gli accessi alla mensa, adesso abbiamo già superato gli utenti di tutto il 2012». Sabrina Morandi dell’Osservatorio delle povertà e risorse parla dei due tipi di interventi verso le povertà estreme, ma anche verso le nuove povertà. Sempre più spesso alla mensa stanno tornando persone che già la frequentavano dieci anni fa, soggetti più fragili che magari erano riusciti a raggiungere un equilibrio, anche se precario, e che in tempo di crisi sono i primi a subirne le conseguenze. «Nelle parrocchie – ha concluso il vescovo – in questi giorni c’è l’avvento di carità. Le famiglie donano quel che possono. Ma per la prima volta, invece che essere inviato alla Caritas, quanto donato sarà lasciato alla parrocchia che lo distribuirà direttamente tra i fedeli più bisognosi».
Per informazioni o per leggere il rapporto Caritas 2013 si può andare a questo LINK