di Barbara Farnetani
GROSSETO – «Intanto puntiamo ad una proroga». Non nega le difficoltà che stanno attorno alla vicenda NetSrping l’assessore del comune di Grosseto Luca Ceccarelli. La società che gestisce i servizi informatici e di cablaggio della Provincia e dei comuni maremmani, potrebbe cadere sotto la scure della spending review. «Siamo ancora alle fasi iniziali – afferma Ceccarelli – visto che ci è caduta tra capo e collo non più di 20 giorni fa. Al contempo però i tempi sono strettissimi. Alla spending review si sono sovrapposte una serie di sentenze pronunciamenti della Corte costituzionale e della Corte dei conti, spesso in contrasto tra loro. Ci vorrebbe un discorso generale, visto che questo problema c’è in tutta Italia, e d’altra parte ci vorrebbe che il Governo si pronunciasse per un riordino, magari inserendolo nel milleproroghe».
Tra le ipotesi sul piatto la proposta di un consorzio interprovinciale, che magari possa gestire tutti i servizi della Regione. «Il comune non se ne lava le mani, anche perché si tratta della salvaguardia dei posti di lavoro di 14 ragazzi, 14 professionalità elevate, difficili poi da ricollocare – precisa Ceccarelli -. Si tratta poi di un servizio sensibile, la gestione della rete pubblica dell’amministrazione, dati sensibili che ci preoccupa finiscano in mano ad un privato, per la delicatezza delle informazioni che si troverebbe a gestire. Il Comune di Grosseto sta procedendo ad una riorganizzazione delle partecipate ma si tratta comunque di servizi già esistenti. In questo caso si tratterebbe di un servizio nuovo. D’altra parte il patto di stabilità impedisce l’aggravio delle spese del personale» cosa che significa che è alquanto improbabile che i 14 dipendenti di NetSpring (oltre a diversi collaboratori) siano assunti direttamente dal Comune.
Nell’incontro di ieri, a cui hanno partecipato i soci della NetSpring (la Provincia di Grosseto e la maggiora parte dei comuni maremmani) è stata presentata la bozza di un documento che presentava alcune soluzioni e che è stato chiesto venisse presentata nei rispettivi Consigli comunali «Questo è un passo che non abbiamo potuto fare – precisa Ceccarelli – diventerebbe immediatamente un atto di indirizzo del Consiglio comunale, ma si tratta di ipotesi non verificate, prima di chiedere l’impegno del Consiglio dobbiamo essere certi che siano soluzioni praticabili». Il problema riguarda un po’ tutti i comuni, ma come è ovvio, a parte la Provincia che è il socio di maggioranza, sono le amministrazioni di Grosseto e Follonica a fare la parte del leone.
Preoccupati i dipendenti Net Spring, che ieri hanno incontrato i sindacati. «Ci si è mossi troppo tardi – sottolineano – già dal decreto Monti c’era il dubbio che questo tipo di società potesse continuare ad esistere, trovare una soluzione non sarà semplice, specie se la scadenza resterà quella del 31 dicembre. Se non si trova una soluzione la società sarà liquidata o alienata. Si poteva, ad esempio, chiedere un parere all’Agcom, anche se poi sarebbe stato vincolante. Se si distrugge o si smembra Net Spring a risentirne saranno imprese e cittadini. Quello che facciamo noi è una vera e propria consulenza digitale per i comuni, si perderebbe un patrimonio anche formativo».
E i dipendenti di NetSpring provano a fare una proposta: «magari se la provincia mettesse nella partita la proprietà della rete in fibra che da sola ha un valore di 4 milioni NetSpring potrebbe diventare più appetibile. Potrebbe passare, donare, la rete ad una partecipata del comune di Grosseto così da rendere più succulento il pacchetto. La rete significa maremma wi-fi, Voip, il souap. È solo così che i comuni più piccoli si sono potuti permettere la banda larga. La rete potrebbe dunque diventare una sorta di contropartita». Magari riuscendo a dare dei servizi anche ai privati così che NetSpring divenga non solo un servizio fondamentale per le amministrazioni comunali ma anche un modo per guadagnare soldi, così da autosostentarsi. I tempi sono stretti, anzi strettissimi, in teoria meno di un mese e mezzo. Per questo il primo step è ottenere una proroga, e poi magari coinvolgere la regione, ma bisogna fare presto, o si rischia di perdere un patrimonio di competenze che sarà difficile rimpiazzare.