di Lorenzo Falconi
GROSSETO – Rete Imprese Italia Grosseto ci ha provato fino in fondo, ma cambiare rotta non si può, o meglio, non si vuole perché a quanto pare è già troppo tardi. All’incontro fissato per sensibilizzare i sindaci della provincia di Grosseto sull’inadeguatezza dell’imposta sui rifiuti, in realtà partecipano pochi primi cittadini e già questo è un dato su cui riflettere sulla difficoltà di cambiare in corsa, con i bilanci già approvati. La presidente di Rete Imprese Italia Grosseto, Michela Hublitz parte dal dato nazionale per arrivare a quello locale, ma la sostanza non cambia, perché le aziende sono in ginocchio e l’imposta della Tares, al posto della Tarsu, potrebbe segnare un punto di non ritorno per molte attività. «Gran parte delle anomalie risiedono nelle scelte di governo nazionale mai troppo chiare – spiega -, però tante amministrazioni locali potevano attenuare le tassazioni. Noi di Rete Imprese sosteniamo che questa delibera vada riformata, altrimenti avremo tante partite Iva in meno nei nostri Comuni».
La situazione, in ogni caso, appare piuttosto definita in tutto il territorio maremmano, con gli amministratori locali che si difendono arroccandosi dietro una misura imposta dalla Stato, che va ben oltre il volere dei sindaci. Nel caso del Comune capoluogo è Giancarlo Tei a parlare, scegliendo di non sottrarsi al confronto: «Tornare alla Tarsu non si può – spiega l’assessore della giunta Bonifazi -, ci limitiamo ad applicare quando disposto dallo Stato, a partire dall’obbligo di coprire con la tassa il 100% del costo complessivo della gestione dei rifiuti. Gli aumenti poi, non saranno così elevati, o almeno non per tutti». Niente retromarcia, quindi, con buona pace delle aziende strangolate dalla crisi economica.