GROSSETO – Il consigliere comunale del Pd Biagio D’Alise torna sulla questione relativa alle polemiche divampate in questi giorni e relative alla mozione che interessava le spese per gli impianti sportivi, soprattutto in relazione alla reazione della società Basket Grosseto che non ha gradito la generalizzazione del contenuto. «A questo punto, attenendomi al bilancio, dovrei pensare che tutti gli assegnatari degli impianti in parola si sentissero chiamati in causa per una considerazione di tipo contabile – spiega D’Alise -. Così non è stato, in quanto le uniche critiche che mi sono state mosse, sono provenute da due società non citate nella mozione discussa. Come espressamente discusso sia in commisione che in consiglio, il sottoscritto ha evidenziato la necessità di conoscere la qualità dei bilanci non, come erroneamente riportato, mettendo in discussione l’operato di assessore e uffici in quanto è notorio che tutte le gare siano rispondenti alla normativa in vigore».
«Evidenzierei alcuni punti descritti nella lettera del Basket Grosseto – prosegue D’Alise -, evitando la polemica fine a se stessa: si cita un raggruppamento di tre società, Basket Grossseto, Pallacanestro Team 90 e Aurora Basket femminile che, dal sito della FIP, ha come campo di gara l’impianto di via Meda dove notoriamente si svolgono anche gli allenamenti. Quindi evidenzio che vi sono due campi omologati, a Grosseto, e non uno come descritto. Reputo inopportuno valutare il risultato della moltiplicazione 350 atleti per 400 euro. Aggiungo che le trasferte, in tutta la Toscana, costano mediamente, poichè si provvede con le auto proprie, circa 400 euro in aggiunta a quanto debitamente richiesto».
«Allora mi chiedo: perchè viene fatta tutta questa confusione? – osserva il consigliere del Pd -. E ricordo che nella mozione veniva richiesta la sospensione di ogni contributo di compartecipazione provvedendo, comunque da parte del Comune, al pagamento di tutte le spese necessarie al corretto funzionamento degli impianti. Questo in un momento di crisi economica che vede molte famiglie rinunciare all’attività sportiva in quanto ritenuta una spesa non più sostenibile. Tale era lo spirito della mozione, nel dovuto rispetto di ruoli e competenza in modo da accogliere le richieste dei tanti cittadini che mi hanno evidenziato il problema».