GROSSETO – «Grosseto capitale europea della cultura 2019. Il progetto è stato valutato e bocciato. Anche per l’assenza delle Istituzioni, così oggi si lamentano in molti. Anche se, a ben guardare, parafrasando il poeta potremmo dire: “chi è causa del suo mal, pianga sé stesso”». Così il presidente della Provincia Leonardo Marras commenta la bocciatura della Maremma. «Le stesse Istituzioni, ricordo, secondo i promotori dovevano esserci solo “clandestinamente” – prosegue Marras -. Il progetto infatti postulava il ripopolamento di virtù, dal nulla locale e, per farlo, bisognava tenere lontana la politica e le amministrazioni. La clandestinità invocata, quindi, non può oggi diventare una colpa: “era chiaro che sarebbe finita così”, ha detto qualcuno, proprio per addossare questa colpa a chi non c’era. Chiederò formalmente al Ministero l’accesso agli atti per conoscere la valutazione del progetto, i criteri usati e il valore attribuito dalla commissione ai contenuti presentati. Vedremo se si tratta solo della mancanza di supporto istituzionale».
«Nel piccolo estratto del progetto pubblicato dai progettisti sul web, però, si capisce chiaramente che occorrevano 2.000.000 Euro in 3 anni, e per dimostrare la capacità di coprire queste spese si fa riferimento ai bilanci della Provincia e del Comune di Grosseto – prosegue Marras -. Strano modo di essere clandestini!! Usare, senza dirlo a nessuno, clandestinamente, appunto, soldi pubblici. Ma d’altra parte la clandestinità ha i suoi rischi e, in Italia, è pure reato. Lo sanno tutti: per i progetti europei servono partenariati larghi tra pubblico e privati, condivisione, partecipazione, trasparenza. Tutto questo non c’è stato e oggi, è inutile recriminare con le amministrazioni locali. Troppo poco e molto poco giusto».
«È vero. Si tratta comunque di una brutta notizia e dimostra, una volta di più, che questo territorio, se ricerca il successo, non può commettere ancora l’errore di essere diviso. Diviso in sé e tra sé e separato dal resto del mondo. Quel recinto va aperto. La Toscana può ancora sperare di raggiungere l’obiettivo con la candidatura di Siena, sulla quale come regione si è scelto di puntare da almeno un paio d’anni. Di qui il mio sostegno ad una candidatura della Toscana, senza farseschi campanilismi. Se Siena ce la farà – conclude Marras -, lavorerò perché anche la Maremma possa trarne beneficio».