di Lorenzo Falconi
GROSSETO – E’ stata un’assemblea piuttosto accesa e ricca di spunti quella che si è tenuta questo pomeriggio con le Rsu della ex Mabro impegnate sui due fronti. Da un lato la richiesta del rinnovo della cariche, nei confronti del quale è stata fatta esplicita richiesta di elezione alle tre sigle sindacali. Nella lettera inviata si legge: «L’accordo interconfederale del 31 maggio 2013 prevede il rinnovo delle Rsu scadute da svolgersi entro 6 mesi dall’accordo stesso. Poiché il termine è ormai scaduto, poiché le conseguenze della prossima sentenza del Tribunale di Grosseto impongono avere una rappresentanza sindacale pienamente legittimata e poiché la posizione aziendale di non voler riconoscere gli attuali delegati non è stata contrastata efficacemente, quali diretti interessati in quanto lavoratrici e lavoratori di Abbigliamento Grosseto-Mabro, abbiamo ritenuto necessario convocare le votazioni per eleggere la nostra Rsu. La attuale rappresentanza, legittimamente eletta, resta in carica sino alla elezione delle nuova». Negli intenti, se la richiesta verrà accettata, c’è un tentativo di arrivare al voto nella data del 10 dicembre.
Ma l’assemblea ha vagliato anche l’altra notizia trapelata in giornata, perché l’azienda ha inviato alle tre sigle sindacali un documento che spiegherebbe i prossimi passaggi e gli intenti da mettere in atto. In pratica, secondo quando riportato nel documento, la New co. prenderebbe il nome di BLS con amministratore delegato Giampietro Salvadori, secondo un ramo di azienda che accoglierebbe 120 dipendenti. Altri 99, invece, resterebbero in Abbigliamento Grosseto, per essere accompagnati poi verso un’uscita che comporti ammortizzatori sociali. Particolare curioso nel documento è quello che l’accordo prevederebbe il via libera e quindi l’accettazione da parte di almeno 200 lavoratori impegnati in azienda. Aspetti, quelli inseriti nel documento, che hanno mandato su tutte le furie le Rsu, arrivate ai minimi rapporti con la Cgil e arrabbiate per la mancata informazione in merito: «Stiamo lottando da tempo per il nostro futuro – spiega Nadia Perino -, quindi mi pare vergognoso venire a conoscenza di documenti di questo tipo solo per sentito dire, senza che il sindacato di riferimento ci abbia informato in maniera diretta e completa».
Al di là del documento prodotto, che in ogni caso aggiunge elementi interessanti e tutti da valutare alla vicenda Mabro, l’attesa resta sempre focalizzata verso il 21 novembre, giorno in cui il giudice dovrà pronunciarsi sulla richiesta di concordato inoltrata dall’azienda tessile di via Senese.