di Barbara Farnetani
GROSSETO – “Femminicidio ricordiamo Irina”. Un flash mob, un blitz in piazza per non dimenticare, per porre l’accento sulla violenza contro le donne che ha sconvolto la comunità Maremmana con due omicidi in meno di un mese. «Questa iniziativa è organizzata perché volevamo essere vicine ad Irina – racconta Zinaida Tepordei, dell’associazione Moldava provinciale – Irina era qui da sola, come tante altre donne che vengono dalla Russia, dalla Moldavia, dall’Ucraina, donne che vengono qui per lavorare e non hanno nessuno, non hanno una rete a proteggerle. Irina aveva trovato il suo amore, ma il suo amore l’ha uccisa».
Tra gli organizzatori del flash mob, oltre la comunità Moldava, la Libreria delle ragazze, il centro antiviolenza Olympia de Gouges, il Centro Donna, la Fondazione il Sole, il gruppo Lorelliamoci e l’Arci. «Credo ci sia una cultura profondamente sbagliata – afferma Anna Guidoni per l’Arci -: ogni volta che succede un femminicidio, va chiamato con il suo nome. Non sono semplici episodi di cronaca nera, non sono delitti passionali, c’entra il fatto che la nostra è una cultura sbagliata, contraria all’emancipazione femminile. Quando le donne si ribellano al marito, al compagno, al fidanzato per fare delle scelte libere entra in campo la sopraffazione, psicologica prima e fisica poi».
«L’ha spogliata e gettata via – le fa eco Lorella Ronconi – l’ha voluta umiliare sino alla fine». «L’iniziativa di oggi – prosegue Guidoni – è per Irina, ma anche per tutte le donne che subiscono violenza e non hanno il coraggio di ribellarsi e denunciare. Ci vorrebbe che le istituzioni si facessero carico del problema sostenendo iniziative e finanziando i centri antiviolenza così da far sentire queste donne meno sole».