di Barbara Farnetani
GROSSETO – «Gli editori ci stanno usando, vogliamo sapere quale è il nostro futuro». Gli edicolanti sono sul piede di guerra. Non ci stanno a restare in questa sorta di limbo. «Gli editori ci devono dire se hanno intenzione di mantenere il sistema distributivo delle edicole, che hanno creato loro – afferma Barbara Priori responsabile Fenagi edicolanti, al centro nella foto -, oppure no. Non posso trovare dentro ai giornali che vendo pubblicità che invitano all’abbonamento con frasi tipo “basta corse in edicola, e che risparmio” con offerte anche con l’80% di sconto».
«Il nostro problema è questo prima ancora che la crisi – le fa eco Lilia Pasqui, edicolante – gli editori pubblicizzano i prodotti e poi ce ne mandano poche copie, quanto basta per il loro guadagno. Le collane poi… dopo le prime uscite c’è sempre il rischio che smettano di mandarle, e io mi ritrovo con il cliente insoddisfatto e che se la prende con me. Non siamo contro gli abbonamenti, ma fate come fa il Sole 24 ore. Io ho dieci abbonati che ritirano la propria copia in edicola».
Da ieri davanti al Parlamento, Fenagi e altre organizzazioni hanno predisposto un presidio per portare all’attenzione del governo le rivendicazioni della categoria: «riportare economicità al settore e andare verso una maggiore informatizzazione della rete di vendita – precisa Mario Filabozzi coordinatore provinciale Fenagi Confesercenti – serve una chiara interpretazione della legge che prevede il reso in compensazione di quanto si ha in conto vendita. Doveva velocizzare le cose e invece i distributori hanno dato varie interpretazioni e alcuni non accettano il reso o fanno ostruzionismo. Serve una maggior programmazione del settore tanto più la vendita della stampa è considerata un diritto garantito e tutelato. Infine servono normative uniformi in tutta Italia».
A metterci il carico la flessione degli investimenti pubblicitari, calati del 24,1% rispetto al 2012 che uniti al calo su internet fa salire la flessione al 25,3%. anche i lettori sono scesi del 16% mentre sono saliti dell’11% quelli su internet. Paurosi i dati per quanto riguarda i quoidiani: si va dal -33,2% di Panorama, al -20,6% del Sole 24 ore, -17 della Gazzetta dello sport, e poi ancora -15,2 del Corriere della Sera, -13 la Repubblica e la Stampa, -14 il Mattino, -7,2 QN la Nazione, -9 l’Espresso e -5,3 la Gazzetta di Parma. In generale si parla di un calo di copie vendute rispetto allo scorso anno del 12%. in crescita solo la diffusione digitale che ad agosto ha subito un aumento dell’11,7%. «Mettiamoci ad un tavolo – conclude Filabozzi – per riportare una progettualità in tutta la filiera».