GROSSETO – «Le piccole e medie imprese commerciali hanno sofferto tantissimo questa concorrenza spietata da parte dei grandi centri, e sono state molte le aziende che hanno abbassato le saracinesche, provocando una progressiva desertificazione del nostro centro storico». Fare Grosseto ha le idee chiare su ciò che sta distruggendo il settore commercio in città, in particolare all’interno delle mura. C’è poi il problema delle liberalizzazioni, volute con il decreto Salva Italia. «Le liberalizzazioni si sono rivelate fallimentari perché non hanno portato un aumento dei fatturati per le imprese, né una diminuzione dei prezzi a favore dei consumatori, né un incremento dei posti di lavoro. In definitiva – spiegano da Fare Grosseto – non hanno creato una sana concorrenza ma hanno solamente acuito lo scontro tra piccola e grande distribuzione, con la conseguente chiusura di migliaia di negozi. Le vendite si sono solamente ‘spalmate’ su sette giorni invece di sei, nessuno compra di più. Al contempo però le ore di lavoro per i dipendenti sono aumentate, i turni sono diventati stressanti, senza riguardo alle domeniche e alle festività e alle esigenze delle famiglie, così come sono aumentati i costi per le imprese, che stanno facendo di tutto per non chiudere».
I dati ufficiali resi noti negli ultimi tempi sono eloquenti. «I posti di lavoro persi sarebbero stati molti di più – continuano dal movimento – se nello stesso periodo non avessimo visto il proliferare di nuovi centri dedicati al gioco d’azzardo, alle slot machine, ai ‘compro oro’ e ai centri massaggi. Settori questi che non hanno risentito della crisi economica, ma che in qualche modo acuiscono la crisi sociale del nostro Paese».
Fare Grosseto lancia alcune proposte per sostenere le piccole aziende che potrebbero essere messe in atto dagli enti pubblici, contributi per il pagamento degli affitti, agevolazioni fiscali per i proprietari affittuari; snellire e sburocratizzare gli adempimenti, servizi di consulenza, celerità nei pagamenti da parte delle amministrazioni per lavori svolti. E ancora agevolazioni bancarie come abolizione dei giorni valuta nei conti correnti, diminuzione delle commissioni, riconoscere aliquote ridotte per la prima fascia di reddito destinato alla ‘sopravvivenza’, esentare gli utili reinvestiti, anche in scorte e capitalizzazione; snellire e semplificare la politica del lavoro, ad esempio per le assunzioni.