di Lorenzo Falconi
GROSSETO – Il 2013 come l’anno della ripresa? Nemmeno per idea. La situazione resta drammatica e i dati maremmani, presentati alla Camera di commercio nella tradizionale congiuntura economica, si allineano al malessere della nazione. Casomai, a voler essere ottimisti, l’anno in corso può essere inquadrato come negativo, ma non così disastroso e dannoso come il 2012. Una magra consolazione per un’economia che arranca, alla quale si cerca di dare qualche flebile speranza di una ripresa che tarda sempre ad arrivare e che puntualmente viene rimandata a data da destinarsi. Occorre ripartire dal territorio, e dal suo profondo valore, come spiega il presidente della Camera di commercio di Grosseto Givoanni Lamioni: «La Maremma deve fare la Maremma, perché il nostro territorio ha tante vocazioni. Non dico che siamo meglio di altri, però certamente siamo unici». Il brand Maremma pone dunque l’accento sulla valorizzazione di un territorio dall’appeal straordinario. L’agroalimentare fa segnare un +18,5% nel settore export e rappresenta la speranza per il futuro, unita al comparto turistico. «E’ una battaglia sulla quale non possiamo arretrare – spiega Lamioni -, stiamo mettendo in campo una progettualità basata su scelte concrete. E’ un lavoro integrato con Camera di commercio, Provincia e Comune di Grosseto, Consorzi turistici. Vogliamo insistere e andare fino in fondo».
Nella freddezza dei numeri però, è ancora più palese la sofferenza del territorio. I principali indicatori economici nel primo semestre dell’anno, mostrano una flessione, ad eccezione degli occupati e degli investimenti, per i quali si registrano variazioni nulle. Per il resto -7,2% per la produzione e -6,6% per il fatturato. Nel dettaglio settoriale le difficoltà maggiori si registrano nel commercio (-13,5% di fatturato), seguito dal turismo (-8,8%) che però cresce del +1,6% nei comparti di alloggi e ristorazione. Tiene il manifatturiero (-1,4%), mentre nel terziario assistiamo ad una contrazione di volume d’affari consistente per quanto riguarda i trasporti che toccano il -13,9%. In estrema sintesi: «Il 2013 è un anno di grande difficoltà, ma anche di transizione – conclude Lamioni -, il problema vero è il perdurare della crisi, perché ormai da 5 anni la tendenza è negativa. I numeri, comunque, ci dicono che si è verificato una sorta di stop rispetto ai disastrosi 2011 e soprattutto 2012. Forse la fine del tunnel potrebbe non essere così lontana».