di Lorenzo Falconi
GROSSETO – Il referendum potrebbe essere del tutto inutile. E’ questo il timore di Sel e Movimento 5 Stelle che sulla vicenda farmacie, messe in vendita dall’amministrazione comunale, temono di essere scavalcati e battuti sul tempo. Se l’iter non si stoppa, infatti, c’è il rischio concreto che tutta la procedura in grado di portare al primo referendum da tenersi in territorio grossetano arrivi troppo tardi, ovvero quando la cessione del bene sarà già stata effettuata. «Non c’è coerenza politica in ciò che sta accadendo – commenta Cristina Citerni (a destra nella foto), capogruppo di Sel in consiglio comunale – il referendum è uno strumento a disposizione dei cittadini e tutta questa fretta da parte dell’amministrazione sta vanificando lo sforzo. Se questo accade siamo di fronte a una democrazia ipocrita. Chiediamo quindi la sospensione della procedura di vendita, in modo da verificare cosa accadrà con il referendum. I cittadini non possono gestire i tempi del referendum, ma l’amministrazione può farlo su quelli di una vendita».
L’atto di vendita, in effetti è irreversibile e quindi anche un possibile referendum non può cambiare lo stato delle cose. «Sulla vicenda presenteremo due mozioni nel prossimo consiglio comunale – spiega Giacomo Gori (a sinistra nella foto), capogruppo del Movimento 5 Stelle – anche perché vogliamo che sia preservata la possibilità di ricorrere al Tar, una eventualità che senza l’appoggio delle mozioni sarebbe più difficile da percorrere. Quindi se l’amministrazione comunale va avanti a testa bassa sulla questione, come per altro sta facendo, dovrà prendersi una bella responsabilità. Una cosa è certa: noi non ci fermiamo, perché tra l’altro non c’è alcuna tutela nei confronti dei lavoratori, come ribadito dai sindacati. Per questo chiediamo che nel prossimo consiglio comunale ci sia una rappresentanza nutrita dei cittadini, in modo da far sentire la propria voce sul caso delle farmacie».