GAVORRANO – Arriva anche a Gavorrano (in collaborazione con la Biblioteca Comunale di Gavorrano, l’Associazione Culturale Officina Hermes e la Provincia di Grosseto) “Indovina chi viene a cena”, l’iniziativa della Rete Italiana di Cultura Popolare che mette il cibo al centro della relazione tra italiani e migranti. Il prossimo 30 novembre alcune famiglie di migranti del nostro territorio apriranno le porte delle proprie case per far conoscere, attraverso i piatti tipici, la cultura e le usanze delle terre di origine. Non una semplice cena quindi ma un’occasione di conoscenza e di incontro tra culture.
Martedì 5 novembre 2013 alle ore 16 presso la Biblioteca Comunale a Gavorrano ci sarà una riunione preparatoria (che segue ad altri incontri che si sono tenuti nei mesi scorsi) per definire gli ultimi dettagli: ma, oltre a chi ha già dato la propria adesione, c’è ancora la possibilità di new entry per chiedere di partecipare alla cena.
Il progetto
Una buona idea è come un seme: si sparge in fretta e fa germogliare altre “buone piante”. Così è il progetto Indovina chi viene a cena? che è nato a Torino nel 2011 e, dopo poco più di un anno, sta germogliando in altre città e territori d’Italia.
Il progetto è nato dal basso, dalle stesse famiglie migranti che hanno sentito il desiderio di aprirsi e aprire le proprie case all’incontro e alla condivisione, senza altro stimolo che la loro volontà, dal desiderio di “lavorare in rete”: offrono una cena speciale, familiare, pensata per chi ha la “curiosità” d’incontrare un “altro” che è già parte di noi da molto tempo.
La diffusione del progetto è dovuta all’evidenza che sempre più comunità, siano esse gradi città o piccoli paesi, avvertono il bisogno di tornare ad investire sul patrimonio relazionale. Oggi ci sono cittadini e “nuovi cittadini”: le comunità sono composte da chi è nato in questo paese e da chi ha scelto di vivere qui provenendo da molto lontano. E il cibo, al Nord come al Sud del nostro paese, è il centro attorno cui costruire con facilità un primo incontro, un contatto: a cena ci si ritrova e conosce con semplicità. Questo non è dunque un progetto gastronomico ma un progetto sulle relazioni in cui il cibo, la convivialità sono l’occasione per creare rapporti umani, tra persone e famiglie. Un’occasione per condividere spazi privati che diventano per l’occasione luoghi sociali.
Come funziona?
Si tratta di cene organizzate durante tutto l’anno, insieme alle famiglie che hanno scelto di partecipare al progetto. Le famiglie dei “nuovi cittadini” aprono la propria casa per ospitare a cena un gruppo di persone interessate a conoscere la cultura, le tradizioni e la cucina del loro paese di origine.
Chi desidera partecipare esprime la sua adesione e prenota, il giorno precedente la cena scopre quale sarà la famiglia ospitante e il paese di origine. Non è possibile scegliere il paese o la cucina preferita, ci si lascia guidare e per una sera si incontrano persone che ancora non si conoscono. La sera della cena ci si presenta all’indirizzo comunicato. Qui una famiglia aprirà la porta della sua casa introducendo gli ospiti nel proprio mondo: può capitare di ascoltare il racconto del viaggio per giungere qui, di guardare le foto del matrimonio o le immagini delle famiglie lontane ma ci si può anche ritrovare a parlare dei bambini che vanno a scuola quasi insieme o della squadra del cuore, del proprio lavoro o dei progetti per il futuro.
In gioco c’è molto di più che una cena, c’è la possibilità di costruire vere politiche culturali dal basso, grazie all’incontro, all’offerta, al reciproco riconoscimento.